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Nessuna intesa sulle nomine europee, molti contrari al socialista Timmermans

Non si riesce a trovare il successore di Jean-Claude Juncker alla presidenza della commissione europea.

I 28 paesi dell’Unione non riescono a trovare un’intesa sulle nomine europee, neanche dopo una seduta iniziata ieri alle 18, proseguita tutta la notte e la mattina di oggi. Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk ha sospeso la riunione e un nuovo vertice è stato convocato per domani alle 11. Non si riesce a trovare il successore di Jean-Claude Juncker alla presidenza della commissione europea. Una decina di paesi, tra cui L’Italia, si è espressa contraria al candidato socialista, l’olandese Frans Timmermans, sostenuto invece da Angela Merkel. Il Partito Popolare Europeo si trova infatti spaccato al suo interno: anche Antonio Tajani da Forza Italia (uno dei partiti di PPE) si dice contrario al candidato. I governi sovranisti sono già entrati in contrasto in passato con Timmermans, commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali della commissione Juncker. 

C’è però qualche italiano a favore dell’olandese: “Dietro la candidatura Timmermans c’è un’idea di Europa, che è la mia idea”. si è espresso così il segretario del Pd Nicola Zingaretti nel corso della sua visita allo stabilimento Jabil di Marcianise (Caserta). “Penso ad un’Europa del lavoro, dello sviluppo che sia vicina alla persone, e non ad un’Europa da distruggere, come dice il Governo”.

Da Vienna è intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo un incontro con il presidente austriaco: “Abbiamo parlato dei vertici Ue, auspicando che si trovi assieme sollecitamente un’intesa per far partire la vita delle istituzioni anche perché l’Ue ha di fronte a sé alcune grandi sfide da governare: dal clima ai migranti, dall’economia alla sicurezza. Ci auguriamo che tutto si concluda domani e questo consenta all’Ue di partire con sollecitudine per affrontare quei problemi che solo insieme, come Unione, possono essere affrontati con successo”. 

La Merkel da Bruxelles spiega che non si è optato per il voto perché nessun candidato avrebbe raggiunto la maggioranza. Anche una maggioranza con un margine troppo basso “non sarebbe stato abbastanza, anche se sufficiente in base alle regole, al fine di evitare tensioni” che avrebbero potuto condizionare il futuro dell’Ue.

Anche Emmanuel Macron è uscito insoddisfatto dal vertice di oggi “Abbiamo finito questa giornata con quello che si può chiamare un fallimento, perché non è stato trovato un accordo e credo che abbiamo dato un’immagine molto negativa dell’Europa. Il presidente francese ha poi spiegato: “Nessuno può essere contento” di questo risultato “dopo tante ore. Questo fallimento è dovuto alle divisioni, da una parte in seno al Partito popolare europeo, e dall’altro lato divisioni geografiche in seno al Consiglio”.