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Usa, se il caso Biden-Musk sembra la riedizione del Watergate…

Per Sleepy Joe, i rapporti del CEO di Twitter con altri Paesi vanno “esaminati”. Nel silenzio assordante di quanti (in primis i media mainstream), fossero stati Trump o la Meloni, griderebbero al fascismo

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Usa, Elon Musk e Joe Biden
Elon Musk e Joe Biden

Da www.romait.it

Ormai è evidente che il leader del Partito Democratico Usa ha un enorme problema con la democrazia. Difficilmente, altrimenti Sleepy Joe Biden avrebbe insinuato che bisognerebbe indagare su Elon Musk, imprenditore, novello CEO di Twitter e, soprattutto, suo avversario politico. Il tutto nel silenzio assordante di quanti (in primis i media mainstream), a parti inverse e partiti invertiti, griderebbero pavlovianamente all’allarme fascismo.

Usa, Elon Musk e Joe Biden
Elon Musk e Joe Biden

Problemi di democrazia negli Usa

Che gli Usa siano affetti da un deficit di libertà d’espressione lo sosteniamo da tempo, e l’ennesima riprova è arrivata direttamente da Joe Biden. Cui è stato chiesto se Elon Musk rappresenti «una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti» per i suoi rapporti d’affari con Nazioni come l’Arabia Saudita. «La cooperazione e/o le relazioni tecniche di Elon Musk con altri Paesi meritano di essere esaminate», ha risposto Sleepy Joe, come riporta la BBC.

Una replica che, en passant, segue di pochissimo l’acquisizione della piattaforma dai 280 caratteri da parte del miliardario sudafricano. Che da parecchio è fortemente critico verso l’amministrazione Biden, verso la cultura liberal, nonché verso la censura «immorale e totalmente stupida» dei social network. Veicoli privilegiati di trasmissione dell’attuale epidemia di pensiero unico politically correct.

Le dichiarazioni di Biden su Musk sono gravissime

Per quanto il cosiddetto “quarto potere” non sembri averlo notato (salvo rare eccezioni), si tratta di dichiarazioni gravissime. Il (presunto) uomo più potente del mondo auspica un’inchiesta contro un suo oppositore – che per un caso fortuito è anche l’uomo più ricco del pianeta. Non serve la sfera di cristallo per indovinare quali reazioni ci sarebbero state se al posto suo ci fosse stato Donald Trump (o anche Giorgia Meloni).

Invece predominano un imbarazzato – e imbarazzante – mutismo, dal lato della stampa, e un preoccupante vuoto di memoria, soprattutto all’ombra delle stelle e strisce. Perché si dà il caso che gli Usa abbiano già vissuto un’esperienza simile. Si chiamava scandalo Watergate: do you remember?

Usa, Watergate Complex, scandalo Watergate
Il Watergate Complex, teatro dello scandalo Watergate

Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre. Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.