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4 anni fail
Come i meno sapranno, si è appena conclusa la terza edizione delle Next Gen ATP Finals, il torneo tennistico che mette di fronte i migliori otto under 21 della stagione. La formula è la stessa del Masters dei “grandi” che si tiene a Londra, di cui improvvisamente si sono accorti anche i media perché, dopo oltre quattro decadi, vedrà di nuovo la partecipazione di un italiano – Matteo Berrettini. Il che, senza voler minimamente sminuire la bravura del 23enne romano, qualifica subito il panorama giornalistico nostrano che, salvo campanilismi, ignora bellamente il più importante evento tennistico mondiale dopo i quattro tornei dello Slam.
Le Next Gen Finals si tengono a Milano, motivo per cui – a proposito di campanilismi – una wild card deve necessariamente andare a un azzurro. Nei due anni precedenti il fortunato è stato deciso attraverso un pre-torneo di qualificazione: per questa edizione la scelta è stata invece imposta dall’alto, ed è ricaduta su Jannik Sinner.
Grazie al cielo, potremmo aggiungere, perché il neo 18enne altoatesino, nell’ordine, è stato il primo atleta di casa a vincere un match alle Next Gen Finals; ha dominato un girone che vedeva la presenza del numero 2 del seeding, l’americano Frances Tiafoe; si è inerpicato fino alla finale dopo aver rimontato in semi il serbo Miomir Kecmanovic; e per buona misura ha alzato il trofeo della vittoria dopo aver schiantato la prima testa di serie e numero 18 al mondo, l’australiano Alex De Minaur (che già nell’annata scorsa aveva ceduto all’atto conclusivo, contro il greco Stefanos Tsitsipas), diventando così il più giovane vincitore nella – pur breve – storia delle Next Gen Finals e il più giovane italiano a vincere un torneo del circuito maggiore.
4-2 4-1 4-2 alla fine il punteggio a favore del ragazzo di San Candido – numeri decisamente insoliti per un incontro di tennis. In effetti, non è l’unica peculiarità delle Next Gen Finals che, oltre ai set da quattro games (con tie-break sul 3-3), prevede tra l’altro l’assenza dei giudici di linea (sostituiti da occhio di falco), la possibilità di comunicare col proprio allenatore (coaching), e il killer point sul 40-40 (anziché andare ai vantaggi, chi vince il punto successivo conquista anche il gioco).
Tecnicismi a parte, comunque, si può esultare per il trionfo del nostro alfiere anche perché segna un punto di partenza e riflette anche una grande, grandissima speranza. Sinner, infatti, è il talento più puro che l’Italtennis abbia prodotto da decenni, perla di un movimento in grande salute che può contare anche su giovani in rampa di lancio come Giulio Zeppieri (riserva delle Next Gen Finals dopo aver vinto il pre-torneo di qualificazione) e Lorenzo Musetti (campione degli Australian Open junior a soli 16 anni).
Il futuro, insomma, potrebbe essere roseo – e anche il presente non è poi così male. Berrettini sta infatti per esordire alle ATP Finals e, chiuso il sipario sulla competizione under 21, è a lui che spettano le luci della ribalta – e tutto il tifo di cui siamo capaci. Sapendo che, così come sarebbe stato per Jannik, anche per Matteo non conta il risultato, ma le emozioni che ci vengono regalate. E che rendono quelle di questi atleti, comunque vadano a finire, delle imprese da applausi.
*Foto dal profilo Instagram di Jannik Sinner
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre. Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
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