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Cagliari-mania e non solo: tutto sulla 13° di serie A
Immobile e la sua Lazio che corrono, ma anche Juve e Inter che non si fermano e la tensione di Napoli.
Immobile e la sua Lazio che corrono, ma anche Juve e Inter che non si fermano e la tensione di Napoli.
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4 anni fail
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Enrico SalviArriva la terza sosta per le nazionali con la conclusione del primo terzo di campionato, momento di qualche piccolo bilancio. In testa due non sorprese, in terza posizione un sorpresone, ma anche dietro c’è molto di cui discutere.
Entusiasmo alle stelle in Sardegna, dove la squadra rossoblu è terza insieme alla Lazio al termine di una manita, quella contro la Fiorentina, che sembrava firmata dal Barcellona. Gol di pregevole fattura (primo gol dopo 3 tocchi di prima centrali), un Nainggolan monumentale che detta legge (un gol e tre assist), ma nel complesso una squadra che gira a pieno regime e che solo nel finale ha lasciato campo alla Viola (in gol due volte nell’ultimo quarto d’ora con il giovane Vlahovic). I numeri parlano chiaro: terza vittoria di fila e 10° risultato utile consecutivo. È dal 1969/1970, anno dello scudetto con Gigi Riva trascinatore, che i sardi non partivano così bene in Serie A. Lo stesso epilogo ora è quasi impossibile, ma un posto in Europa non sembra essere così utopistico.
Davanti al super Cagliari di Maran, Juventus ed Inter continuano la loro marcia in coppia verso la fuga scudetto. Come spesso è successo nelle ultime settimane, l’Inter si porta virtualmente in testa e la Juventus poche ore dopo replica e risupera i nerazzurri. Conte ha dovuto ancora una volta sudare le sette camicie per battere a San Siro un Verona che in questo inizio di stagione ha creato grattacapi a molte big. Stavolta è stato Nicolò Barella a togliere le castagne dal fuoco alla beneamata, con un bolide da lontano al minuto 83, dopo che per quasi tutta la partita l’Inter ha bersagliato la porta gialloblu.
La Juventus, nella serata di domenica, ha battuto un Milan determinato e volitivo, ma che si è arreso alle parate di Szczesny e ad un dato di fatto: ai rossoneri mancano i campioni. Sarri ha vinto la partita anche stavolta con un cambio: dopo Douglas Costa a Mosca è toccato a Dybala, subentrato a CR7, a decidere. Non brillano i bianconeri, ma l’Allianz Stadium si mostra un fortino e ad oggi, la Juventus non ha ancora perso in una gara ufficiale. Estetica ancora da aggiustare, ma l’efficacia è quella di sempre.
Anche la Lazio di Simone Inzaghi arriva alla sosta da terza in classifica, in coabitazione con il Cagliari. Problemi europei a parte, i biancocelesti sono alla quarta vittoria consecutiva, mostrando tutto l’arsenale offensivo a disposizione contro il Lecce che, mai domo, si dimostra squadra da trasferta. Con Correa imprendibile, Milinkovic di nuovo brillante, ma soprattutto Immobile infallibile (il pallottoliere del capocannoniere continua a correre), la Lazio copre anche qualche problemino difensivo e si candida fortemente al quarto posto.
Ciò anche in virtù degli stop di Napoli, Roma e Atalanta, ma si tratta di situazioni diverse. Per il Napoli c’è aria di depressione, in un ambiente nebuloso e teso che ora più che mai si riverbera nelle prestazioni della squadra. I fischi al termine del pareggio a reti bianche contro il Genoa la dicono tutta sull’atmosfera che si respira dalle parti di Castel Volturno. La sosta arriva nel momento giusto, per fare chiarezza nello spogliatoio e ai tavoli della società.
Così come al momento giusto arriva la sosta per la Roma, reduce da due sconfitte in 72 ore. La squadra di Fonseca non ha difeso il terzo posto a Parma, al cospetto dei crociati determinati, compatti e ben messi in campo da D’Aversa. Demerito del tecnico portoghese non aver fatto riposare qualche titolarissimo (fa discutere la sesta panchina consecutiva di Florenzi), ma così come a Gladbach i giallorossi si sono svegliati solo nella ripresa: il palo di Kolarov e le belle parate di Sepe non sono tuttavia sufficienti per una prova che nel complesso è stata sottotono, con la speranza di recuperare energie e uomini in queste due settimane.
Abbiamo parlato del Cagliari, ma il match contro la Fiorentina verrà ricordato anche per il commovente ricordo di Davide Astori, giocatore di entrambe le squadre. Al minuto 13 (suo numero di maglia) l’intera Sardegna Arena si è fermata ad applaudire per una scomparsa che ancora oggi si fa fatica a credere. Per questo, abbiamo voluto premiare Giovanni Simeone, che dopo aver segnato, anziché esultare ha alzato le mani al cielo con le lacrime agli occhi per il suo amico e compagno di squadra che non c’è più.
Invece nota negativa per Cristiano Ronaldo, e non perché è a secco da tre partite. Il portoghese non sta attraversando il miglior momento, sia dal punto di vista realizzativo, sia soprattutto da quello fisico, e le due sostituzioni di Mosca mercoledì e di ieri sera ne sono una prova: l’anno scorso è stato sostituito due volte nell’intera stagione. Ma ciò per cui lo si inserisce qui è l’atteggiamento al momento della sua uscita, quando non solo è andato direttamente negli spogliatoi, ma pare sia uscito dallo stadio già prima del triplice fischio finale. Rabbia con se stesso? Con Sarri? I motivi non sono certi, ma ciò che è sicuro è che un campione come CR7 non dà il buon esempio di leadership e di rispetto verso i propri compagni con atteggiamenti del genere. Che la sosta riporti un po’ di sereno anche a lui.
Photo Credits: ACF Fiorentina Official Facebook Page
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