«In questo giorno dedicato alle malattie rare dobbiamo sentire il dovere di ringraziare chi sta operando con fatica, con sacrificio, con abnegazione per contrastare il pericolo del coronavirus: i medici, gli infermieri, il personale della Protezione civile, i ricercatori, le donne e gli uomini delle Forze Armate e di quelle di polizia, tutti coloro che in qualche modo si trovano in prima linea». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, celebrando al Quirinale il trentesimo anniversario di Telethon.
Il caso ha voluto che questa ricorrenza sia praticamente venuta a coincidere con un’importantissima scoperta scientifica: l’isolamento del ceppo italiano del COVID-19 ad opera dei ricercatori dell’ospedale Luigi Sacco di Milano coordinati dall’immunologa Claudia Balotta, che già nel 2003 aveva individuato il virus della SARS.
«Il coronavirus che abbiamo isolato al Sacco è quello che si sta diffondendo da noi» ha annunciato la dottoressa, precisando che «il virus isolato dai colleghi dello Spallanzani è invece proprio quello cinese».
Si tratta di un risultato eccezionale sotto vari punti di vista. Anzitutto perché, identificando i diversi profili genetici, sarà possibile «tracciare ogni singolo virus per capire cos’è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo», come ha illustrato il professor Massimo Galli, direttore dell’Istituto di Scienze Biomediche dell’Università di Milano e del laboratorio universitario del Sacco.
I virus, poi, sono sottoposti a mutazioni che avvengono in modo del tutto causale e possono rendere il patogeno più o meno pericoloso: la conoscenza del ceppo autoctono permetterà quindi di opporvisi con maggiore efficacia, oltre a costituire «un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate che inducono a comportamenti senza ragione e senza beneficio», come ha ricordato il Capo dello Stato.
Fuor di metafora, però, il vero antidoto sarà costituito dallo sviluppo di farmaci, anticorpi e quindi vaccini favorito ancora dal sequenziamento del DNA virale. «La scienza è alleata della società e questa deve riferirvisi con senso di responsabilità», ha ammonito ancora Mattarella, mettendo in guardia contro il propagarsi di teorie antiscientifiche e lanciando inoltre un forte appello all’unità e alla solidarietà: «sono un grande patrimonio per la società, particolarmente in momenti delicati per la collettività» e, «quando si perdono, ci si indebolisce tutti».
Chi ha orecchi per intendere…
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