La procura partenopea ha condotto un’operazione coordinata nella quale sono state arrestate sette persone, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina.
Tra gli arrestati compaiono anche due poliziotti, uno in servizio presso l’ufficio immigrazione della questura di Napoli e uno in pensione, ai quali viene contestato anche il reato di corruzione.
L’organizzazione è stata scoperta grazie ad un’indagine diversa partita dall’antiterrorismo.
A far partire l’inchiesta è stato un sospetto trasferimento di denaro da parte di un algerino residente a Napoli nei confronti di un suo connazionale in Belgio.
Quest’ultimo era sospettato di avere avuto stretti contatti con uno degli organizzatori degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, e ciò ha fatto scattare l’indagine.
Diversi extracomunitari facevano parte dell’organizzazione, insieme ad alcuni poliziotti, con lo scopo comune di favorire l’immigrazione clandestina dietro corruzione.
Un vero e proprio castello burocratico, fatto di tariffari, suddivisioni per nazionalità dei clandestini in questione e cifre che i poliziotti percepivano dai membri dell’organizzazione.
A fare da intermediario tra i membri dell’associazione a delinquere ed i poliziotti che venivano corrotti, proprio l’agente in questione, che contattava di volta in volta i colleghi a seconda delle esigenze.
Si è appurato che l’organizzazione gestisse ogni aspetto dell’immigrazione clandestina, dal reperimento dei richiedenti, fino alla consegna dei documenti, seguita poi dalla ripartizione dei guadagni ottenuti.
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