Una grande operazione anti mafia ha portato a decine di arresti in tutta Italia, dopo un blitz operato nei confronti delle famiglie mafiose attive nella provincia di Foggia.
Le persone arrestate sono tutte appartenenti o affiliate ai clan che operavano nel territorio di San Severo, ai quali per la prima volta viene contestato il reato di associazione di tipo mafioso.
Fino ad oggi infatti, la criminalità organizzata in quel luogo era ritenuta autonoma ed indipendente dalla mafia foggiana.
Il gip di Bari ha emesso diversi provvedimenti che sono stati eseguiti in Puglia e nelle province di Milano, Rimini, Fermo, Ascoli Piceno, Campobasso, Pescara, Teramo, Napoli e Salerno.
Le accuse pendenti sulle persone arrestate sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di droga, spaccio, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio aggravati dalle finalità mafiose.
Gli indagati si servivano di elementi di coercizione e controllo tipici della mafia, evidenti metodi intimidatori, violenza fino anche ad arrivare all’eliminazione fisica dei rivali.
Sono stati presi di mira in primo luogo i vertici delle famiglie mafiose di San Severo, in particolar modo quelli del clan “La Picirella”.
Le indagini sono partite nel 2015, a seguito di violenti eventi di sangue a San Severo, che hanno fatto emergere un traffico di stupefacenti gestito dalla mafia locale.
Le indagini hanno accertato un ruolo di spicco dei clan di San Severo nella gestione dei traffici di droga nella Capitanata, in cui la spartizione dei proventi ricavati a generato non poche tensioni tra i vari gruppi di criminalità organizzata del luogo.
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