Lo scorso 18 Giugno, due sorelle disabili si sarebbero dovute imbarcare con un volo da Bologna per partecipare ad un corso in Irlanda, ma a seguito di varie vicissitudini presso l’aeroporto Marconi, tra cui verifica su termini, modi di presentazione dei documenti di viaggio, idoneita’ delle batterie delle loro carrozzine elettriche, cambio di compagnia, notte in albergo, etc etc., le due sorelle hanno dovuto dare forfait: l’imbarco – “la cui accettazione non viene effettuata da proprio personale ma da societa’ terze” cosi’ afferma il Marconi, – e’ stato loro negato.
Le due sorelle raccontano l’episodio nei dettagli, con un post pubblicato su Facebook, al momento condiviso in rete oltre 5000 volte.
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“Non ci è ancora del tutto chiaro il perché ci abbiano negato l’imbarco due giorni di fila. Cosa abbia fatto emergere dei problemi così insormontabili, considerate tutte le volte che abbiamo volato. …le persone disabili non vengono trattate come veri clienti: ci si aspetta che ci genuflettiamo costantemente e che non abbiamo cognizione dei nostri diritti.”
Interpellato sull’episodio – il Marconi – ha affermato che: «…valuta qualsiasi accusa di comportamento discriminatorio da parte dei propri operatori infondata: su questo aspetto AdB è pronta a tutelarsi, qualora fosse necessario, anche nelle sedi opportune». Dati alla mano, nel 2018 il Marconi avrebbe contribuito ad assistere oltre 40.000 passeggeri a ridotta mobilita’, con il 99.3% dei passeggeri interpellati soddisfatti per il risultato.
In attesa di conoscere le motivazioni ufficiali con le quali non e’ stato concesso alle due sorelle il permesso di salire sull’aereo con le loro carrozzine elettriche, non e’ possibile trarre conclusioni nei confronti delle compagnie aeree o dello scalo Marconi.
Una considerazione al di la’ del caso, va fatta: nel nostro Paese manca sensibilita’ civile verso un certo mondo, traduzione: le persone disabili in molte parti del nostro territorio non vengono trattate come normali cittadini o clienti. Un’arretratezza culturale che si rispecchia nell’elevato numero di ascensori fuori uso o non disponibli in varie stazioni metropolitane e non, negli scivoli dei marciapiedi bloccati al passaggio delle sedie a rotelle, o nei parcheggi auto riservati ai disabili ma occupati da chi non ne ha diritto.
Il tutto ci lascia ancora basiti. Una societa’ non puo’ dirsi civile sino a quando certi atteggiamenti quotidiani scorretti e vergognosi marcheranno volutamente differenze che – se ancora esistono per qualcuno – vanno eliminate. In tal senso si stanno muovendo le autorita’ locali che hanno installato presso i loro lidi, passarelle che portano le carrozzine direttamente dentro l’acqua. Un’attenzione fuori dalla normalita’ – una disponiblita’ percettibile e quasi sorprendente che a Milano sta portando la Giunta a introdurre la gratuità del trasporto sull’intera rete degli animali d’affezione, “…perche’ fanno parte a tutti gli effetti delle famiglie milanesi che usano i mezzi pubblici per andare al lavoro e per vivere insieme la città.”
Qualcosa sta cambiando in Italia? Auguriamocelo. E che solo un grave motivo possa aver impedito alle due sorelle disabili di salire su quel volo per l’Irlanda. Paradossalmente il corso a cui avrebbero dovuto partecipare era intitolato “Legge e disabilita’”…
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