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Kean, Cutrone ed una Serie A che non ha pazienza
Il primo all’Everton, il secondo al Wolverhampton: la dimostrazione di come le big italiane non vogliano puntare sul “Made in Italy”
Il primo all’Everton, il secondo al Wolverhampton: la dimostrazione di come le big italiane non vogliano puntare sul “Made in Italy”
Pubblicato
4 anni fail
di
Enrico SalviVolevo dirti tante cose ma non so da dove iniziare”.. Caro Milan, è così.
Post su Instagram di Patrick Cutrone il giorno del suo addio al Milan
Mi hai accolto a 8 anni, ero un bambino che sognava di far gol a San Siro. Adesso sono cresciuto come calciatore e come uomo. Rossonero, in campo e nella vita. Un onore immenso. Grazie davvero a tutti: dallo staff, ai miei compagni. E un grosso abbraccio ai miei tifosi. Per sempre nel mio cuore: mi avete fatto sentire amato in ogni momento.
Per me lasciare un ricordo nel vostro cuore è la vittoria più bella.
Auguro il meglio alla società che amo, ai miei compagni e a voi tifosi!
Con tutto il cuore, rossonero,
Patrick
Forza MILAN ❤?⚫
Nelle parole di commiato rivolte al suo Milan, Patrick Cutrone non nasconde la delusione per un addio che probabilmente non avrebbe voluto, separandosi dalla squadra che tifa e di cui faceva parte da ormai 12 anni (come testimonia la foto scelta per il post).
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Il classe ’98, che è volato in Premier League e giocherà con il Wolverhampton, ha rilasciato parole ancora più emblematiche al sito calciomercato.com prima di partire per l’Inghilterra: “Voi l’avete visto, quindi io non ho nulla da dire. Leggere tutti questi messaggi mi ha fatto un certo effetto e vuol dire che a loro ho lasciato qualcosa di positivo, quindi sono solo che contento e auguro il meglio ai tifosi del Milan. Gli voglio un sacco bene. Fa effetto anche a me, però è la vita. Van prese delle decisioni, e niente”.
L’affare non è irrilevante per il Milan: 18 milioni + bonus legati a obiettivi personali e di squadra che possono arrivare fino a 23, per una plusvalenza totale visto che è cresciuto nel settore giovanile. Ma ciò che più interessa qui è il suo sostituto (o meglio, il motivo per il quale è stato sacrificato Cutrone): il portoghese Rafael Leao, classe ’99, in arrivo in queste ore a Milano per 30 milioni di euro più bonus dal Lille.
Mandare all’estero uno degli attaccanti più promettenti del nostro campionato (e amato dal popolo rossonero, nonostante il rendimento e l’impiego deciso da Gattuso nell’ultima parte di stagione) per un giovane portoghese proveniente dalla Francia, con un grosso investimento da parte di una società limitata dal fair play finanziario.
Destino simile, anzi ancora più netto, per Moise Kean, classe 2000, che nella scorsa primavera è esploso con 6 gol in Serie A in 13 presenze con la Juventus. Le parole di Allegri erano state chiare: va custodito e deve crescere alla Juventus. Ma da bomber del futuro della squadra più forte d’Italia e prossimo gioiellino della Nazionale (in cui ha già segnato) è passato in un’estate a sacrificato di mercato: anche lui volerà in Inghilterra, all’Everton, per 40 milioni più bonus + 3 all’anno per il baby fenomeno.
Il tutto per arrivare a Icardi o a Lukaku: attaccanti sì di razza e di valore ma che richiedono una forte spesa (per il primo) o il sacrificio di Dybala (per il secondo). Una scelta quasi inaspettata da parte di una società, sempre molto lungimirante nei movimenti in entrata e in uscita (CR7, come sappiamo, rappresenta un caso a parte).
E con questo, che è prematuro definire errore, ma che sa di occasione persa, si conferma la tendenza di questo calciomercato italiano: le big del tutto e subito, senza avere la pazienza di far crescere i giovani del vivaio, per provare a vincere immediatamente. Il tempo ed il campo daranno i verdetti definitivi, spetterà soprattutto a Kean e a Cutrone dare le risposte e far rimpiangere i rispettivi ex club, ma una cosa è certa: la fuga di cervelli (calcistici) e un’Italia che non è un paese per (calciatori) giovani.
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