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Alla Juve il primo scontro Scudetto, il Milan respira, Genova a picco: la settima di Serie A ai raggi X

La Roma che recrimina, il Napoli che rallenta, la Fiorentina che prende il volo, tutti gli argomenti dell'ultima giornata prima della sosta

Arriva la seconda sosta per le nazionali e si chiude la settima di Serie A (manca all’appello Brescia-Sassuolo, rinviata al 18 dicembre vista la scomparsa del presidente nero verde Squinzi) con le prime mini-sentenze.

Il verdetto di San Siro: la Juve rimane la favorita, ma l’Inter c’è 

Ribadiamolo: è sempre la settima giornata, quindi come Juve-Napoli alla seconda non può valere “fette” di Scudetto – come ha detto Sarri alla vigilia, “costa quasi zero”. Ma l’Inter che aveva fatto en plein, al cospetto di una Juve non sempre al 100%, metteva una gran curiosità per vedere se la beneamata possa mettere i bastoni tra le ruote alla Vecchia Signora, invertendo il trend degli ultimi 8 anni. 

Tutte le attese della vigilia sono state mantenute: un primo tempo palpitante, giocato ad un ritmo altissimo, l’Inter che ha risposto dopo pochi minuti al vantaggio lampo di Dybala, il pathos ed i nervi degli ultimi minuti prima dell’intervallo. Il responso non è definitivo, ma chiaro: la Juventus ha ancora qualcosina in più, soprattutto nelle partite che contano. E probabilmente quel qualcosina ce la sta mettendo Sarri, nel recuperare a pieno Higuain e nel gioco, perché El Pipita è andato in gol dopo 24 passaggi di fila. Nel primo tempo poi, la squadra del tecnico livornese è andata a fiammate di grande qualità ed intensità.

Il merito dell’Inter è quello di aver risposto colpo su colpo per larghi tratti della partita, anche se esprimendo un calcio meno qualitativo e più di sostanza, secondo la filosofia del suo condottiero Antonio Conte. Il trascinatore in campo, Lautaro Martinez, una volta uscito ha reso i nerazzurri meno brillanti davanti, e anche gli assalti degli ultimi 10 minuti, alla ricerca del pareggio, non sono stati ordinati. Come ha detto Conte nel post partita, bisogna scalare un grattacielo, e non è immediato arrivare in cima, ma l’Inter è cresciuta molto e potrebbe rimanere i scia ai bianconeri per molto tempo, forse meglio del Napoli. Staremo a vedere la situazione alla vigilia della partita di ritorno, tra 19 giornate.

Il Milan riprende fiato, il Napoli si è inceppato?

Mentre la sponda nerazzurra ha dimostrato di essere al livello della capofila per buona parte della partita, la sponda rossonera sabato sera ha dovuto affrontare una battaglia sull’orlo del precipizio. A Genova, Giampaolo ha (forse) salvato la panchina dopo quasi 100 minuti di agonia, contro un Genoa in uno stato di salute non migliore. A parte Paquetà e Leao, la squadra ha dimostrato tutta la paura e l’insicurezza che ha accumulato in questa prima parte di stagione. Quantomeno i rossoneri potranno passare due settimane più tranquille, sempre se basti una vittoria del genere alla società.

Chi invece ha rallentato la propria marcia in modo preoccupante è il Napoli di Carlo Ancelotti, che ha collezionato due 0-0 di fila questa settimana. Nelle ultime quattro uscite sono solo due i gol all’attivo, contro il Brescia. Inter e Juve scappano, l’Atalanta è a loro ruota, e bisogna ritrovare il vero Lorenzo Insigne per non accumulare troppo ritardo in classifica.

L’Atalanta continua a convincere (in Italia), genovesi in crisi nera

Un’altra grande prestazione, stavolta nel ritrovato giardino di casa. L’Atalanta torna al Gewiss Stadium e si sblocca in casa, battendo il Lecce ed issandosi al terzo posto solitario. Niente contraccolpi europei per la squadra di Gasperini, che continua a giocare benissimo in Italia, sperando che si sblocchi in Champions con un Papu Gomez che si sta riscoprendo goleador.

Segno più anche per la Fiorentina, alla terza vittoria consecutiva: una squadra che sembra essersi sbloccata definitivamente e che può dar fastidio a tutte, complice un calendario più abbordabile. Chi invece non si solleva dai bassifondi è la Sampdoria, che dopo l’ennesima sconfitta (con la Spal è la sesta in 7 gare) probabilmente cambierà giuda tecnica. Destino simile per Andreazzoli ed il suo Genoa: vedere le genovesi negli ultimi due posti della classifica fa male.

Ci Piace e Non ci piace: tutto il bello di Bologna Lazio, tutto il brutto di Roma-Cagliari

Due partite andate in scena contemporaneamente, ma che hanno offerto una spettacolo molto diverso.

Emozionante la giornata di Bologna, iniziata con il ritrovo in mattinata tra i tifosi laziali e rossoblu, uniti per Sinisa Mihajlovic. Lo stesso tecnico serbo, che è riuscito ad essere in panchina per una sfida contro il suo passato, è entrato in campo accolto da un calore incredibile, per la scena più bella del weekend calcistico. La partita poi è stata spettacolare con 4 gol nel primo tempo ed un finale thrilling con il rigore sbagliato da Correa che ha fissato il risultato sul 2-2.

Ben diversa la giornata dell’Olimpico di Roma, iniziata con l’applauso all’ex Nainggolan ma finita malissimo per i colori giallorossi. Pomo della discordia il gol di Kalinic al 90′, annullato da Massa per una spinta dell’attaccante croato ai danni di Pisacane. Va detto che l’arbitro di Imperia ha sbagliato non tanto nella decisione (la spinta effettivamente c’era), quanto nella modalità: ha causato confusione nei minuti successivi al gol mentre, nel sincerarsi delle condizioni di Olsen e Pisacane non si capiva se il gol fosse stato convalidato, annullato oppure in corso di check da parte del Var. Coadiuvato dal guardalinee, ha poi effettivamente annullato la rete, scatenando l’ira di Fonseca in particolare, anch’essa non degna di giustificazioni. Le parole del ds Petrachi nel post partita non hanno fatto che peggiorare le cose: per una Roma incerottata ai limiti dell’inverosimile (ieri out anche Diawara e Dzeko) perdere energie per le polemiche arbitrali non è la medicina migliore.