Economia ed Europa, la beffa degli aiuti con quattro “raccomandazioni”
La Commissione Europea annuncia il “Next Generation Ue”, un piano da 750 miliardi, di cui 500 a fondo perduto, ma sempre con alcune condizioni. Così, mentre Governo e Pd esultano, la ripresa ancora non si vede, il fondo sì
La presidente della Commissione Europea Von der Leyen e il Premier Conte
Economia ed Europa sono un po’ come quei tarli
di cui non ci si riesce mai a sbarazzare. Possono restare silenti e quiescenti
ma, quando meno te lo aspetti, rispuntano fuori. E sempre in veste di latori di
notizie spiacevoli.
Economia ed Europa, il nuovo Recovery Fund
Un atteggiamento tipico di certa politica è quello di cambiare nome a strutture, apparati et similia nell’illusione di riacquistare la verginità perduta. Stavolta lo ha fatto la Commissione Europea che, presentando il “nuovo” Recovery Fund (il mitologico Fondo per la Ripresa), lo ha ribattezzato Next Generation Ue.
"The #NextGenerationEU recovery instrument turns the challenge we face into an opportunity, by supporting the recovery and investing in our future."
— European Commission ?? #UnitedAgainstCoronavirus (@EU_Commission) May 27, 2020
Secondo la presidente Ursula von der Leyen, dovrebbe
consistere in un
pacchetto da 750 miliardi, 500 dei quali a fondo perduto. Le sovvenzioni
mirano a sostenere la ripresa, aiutare gli investimenti privati e
agevolare la prevenzione di nuove crisi – ad esempio rafforzando i sistemi
sanitari. Con una particolare attenzione al digitale e – ça va sans
dire – all’ambiente.
Nel valzer delle quote, all’Italia dovrebbero spettare 172,7
miliardi di euro, di cui 81,807 miliardi come sussidi e 90,938 miliardi in
forma di prestiti. Non sarà la fantomatica potenza di fuoco tanto
evocata, ma è pur sempre più di quanto intendeva mettere in campo il duo delle
meraviglie franco-tedesco. Forse anche per questo, as usual, il Pd
ha cominciato a esultare ad annuncio ancora in corso.
L’esultanza di Pd e Governo
Il Commissario europeo agli Affari economici Paolo
Gentiloni, per esempio, ha twittato giulivo che si tratta di «una svolta
europea per fronteggiare una crisi senza precedenti». Certo, un
mese fa rodomonteggiava avvisando (sic!) che «la dimensione
ragionevole deve essere attorno ai 1.500 miliardi e il tempo deve essere
ora». Ma c’è la crisi – e senza precedenti…
Commissione propone un Fondo di Recovery da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti. #NextGenerationEu
L’ex Presidente del Consiglio è comunque in buona compagnia
nei festeggiamenti precoci. Tra gli altri, anche il suo immediato e attuale
successore, il bi-Premier Giuseppe Conte, ha espresso soddisfazione via
social.
«Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella
direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari
perché ci abbiamo creduto dall’inizio. 500 mld a fondo perduto e 250 di
prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo su negoziato e liberiamo
presto le risorse».
Certo, rigettare l’epiteto di visionario per una dichiarazione
improntata al futuro non è esattamente il massimo. D’altronde, anche il
nuovo nome scelto per lo strumento richiama molto Star Trek. E, magari,
non è un caso.
Economia ed Europa, la solita presa in giro
Tanto per cominciare, i finanziamenti sono solo sulla carta.
Come non
ha mancato di sottolineare l’Olanda, uno dei “quattro frugali”
che da sempre hanno problemi con la comprensione semantica del termine solidarietà.
«Le posizioni sono lontane e questo è un
dossier che richiede l’unanimità, quindi i negoziati richiederanno tempo. È
difficile pensare che questa proposta potrà essere il risultato finale di quei
negoziati». Così fonti diplomatiche de L’Aja, incrinando i facili
entusiasmi. Anche perché, come se tutto ciò non bastasse, il progetto dovrà
anche passare al vaglio dell’Europarlamento.
Ma la vera presa in giro è un’altra. E sta nel fatto che la
Commissione europea aveva rivolto a Roma quattro
raccomandazioni specifiche.
Il Belpaese deve intervenire sul sistema sanitario e sul
mondo del lavoro, in particolare per garantire un’adeguata protezione dei
lavoratori. Deve rafforzare l’insegnamento e le competenze a distanza.
Deve applicare le misure che immettono liquidità nell’economia reale,
inclusi autonomi e Pmi. Infine, deve migliorare l’efficienza del sistema
giudiziario e della Pubblica Amministrazione.
L’ultimo punto è più che altro una chimera comunitaria. Il
problema è che il Governo Conte-bis dovrà tener conto di tutti questi
ambiti nell’elaborazione del piano che dovrà essere approvato dalla Ue.
A ennesima conferma che economia ed Europa continuano a
essere un’accoppiata nefasta per l’Italia, come dimostra
emblematicamente proprio il Recovery Fund. Della ripresa, infatti,
non si vede neppure l’ombra. In compenso, al Fondo ci siamo già arrivati
da un pezzo.
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre.
Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
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