Alessandro Sandrini è libero. Lo conferma Gianfranco Sandrini il padre del giovane scomparso nel 2016 mentre si trovava ad Adana, sul confine tra Turchia e Siria. “Mio figlio è libero si trova ancora in Siria ma nelle mani dei nostri carabinieri” dice il padre “sono felicissimo, è la fine di un incubo” dice il padre. La notizia è stata data tramite i social dal “Governo di Salvezza” che lo ha liberato, un gruppo antigovernativo della zona di Idlib legato al gruppo militante siriano HTS.
Il giovane trentaquattrenne di Folzano (Brescia) era partito il 3 ottobre del 2016 per una vacanza in Turchia: aveva prenotato un soggiorno per una settimana e un volo andata e ritorno, ma per un anno si sono perse le sue tracce. Il 17 ottobre del 2017 comunica in una telefonata alla madre di essere stato rapinato, seguono altre tre telefonate e due video. Lo scorso anno appare nel video diffuso da Site Intelligence Group, l’agenzia americana che si occupa di rintracciare online le attività delle organizzazioni jihadiste. Sandrini inginocchiato con addosso una tuta arancione e alla spalle due uomini armati di Ak-47, si rivolgeva in un appello al governo italiano: “Non ce la faccio più sono stanco dentro. Chiedo all’Italia di chiudere questa situazione in tempi veloci perché hanno detto chiaramente che sono stufi, che mi uccideranno se la cosa non si risolve in tempi brevi e io chiedo di aiutarmi”.
Arriva la conferma della liberazione dell’uomo anche da Palazzo Chigi. “Il connazionale Alessandro Sandrini è stato liberato al termine di un’articolata attività condotta, in territorio estero, in maniera coordinata e sinergica dall’intelligence italiana, dalla polizia giudiziaria e dall’unità di crisi del MAE” afferma Giuseppe Conte.
Oltre ad un fascicolo per sequestro di persona con finalità di terrorismo aperto dalla Procura di Roma, anche i carabinieri nel bresciano avevano aperto delle indagini ma in questo caso l’imputato era proprio Sandrini. Rientrando in Italia l’uomo potrebbe dover affrontare due processi penali: uno per rapina e l’atro per ricettazione. Infatti, Sandrini e l’allora compagna avrebbero cercato di vendere a un negozio gestito da cinesi computer e tablet rubati da un fast food di Desenzano. L’uomo avrebbe inoltre tentato di rapinare un’altra attività commerciale.
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