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Politica

Covid-19, ecco cosa fingono di non vedere i critici di Orbán

Il Premier Conte gestisce la crisi in modo draconiano, l’Europa continua a prenderci in giro, e rispuntano le Ong. Ma per alcuni la vera emergenza sarebbe lo stato della democrazia ungherese

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Foto dalla pagina Facebook del Premier ungherese Viktor Orbán

Test per l’esame di giornalismo. Ancora in relazione all’emergenza coronavirus, il candidato consideri che:

a) Il bi-Premier Giuseppe Conte, che in forza dello stato di emergenza da lui stesso dichiarato può governare a colpi di Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dopo aver compresso ogni possibile tipo di libertà, dopo aver istituito la sedicente “Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al COVID-19 sul web e sui social network” (con l’irrilevante corollario che è proprio l’esecutivo rosso-giallo a stabilire cosa sia fake news e cosa no), e mentre ragiona sulla possibilità di rinviare le elezioni amministrative, ha posto la fiducia sul Decreto “Cura Italia”. Ma il problema sarebbe lo sciacallaggio delle opposizioni di centro-destra.

b) L’Eurogruppo ha deciso di non decidere e si è preso due ulteriori giorni di riflessione, proprio come aveva fatto il Consiglio Europeo aggiornando l’ultima seduta di due settimane. E Quinto Fabio Massimo, politico e generale dell’antica Roma, ha ceduto tutti i diritti sul soprannome di “Temporeggiatore”.

c) Il Governo, dichiarando gli approdi italiani “non sicuri” a causa dell’emergenza Covid-19, ha chiuso i porti in faccia alla Alan Kurdi, nave della Ong tedesca Sea eye che persevera nel vezzo giulivo di scarrozzare illegalmente – pardon, salvare – migranti irregolari; e contestualmente ha esortato Berlino a farsene carico. Senza condizionalità.

d) Mentre il basket e la pallavolo hanno deciso di fermare il campionato senza assegnare lo scudetto e bloccando promozioni e retrocessioni, come aveva già fatto il rugby, nel calcio asservito al dio denaro il presidente della Lazio Claudio Lotito ha sfoggiato nuove inaspettate competenze cliniche, asserendo che per la ripresa degli allenamenti «non ci sono controindicazioni medico-scientifiche». E niente, questa fa già abbastanza ridere di suo.

Ciò posto, il candidato commenti, prescindendo da termini quali “delirio”, il fatto che del caso di Vitkor Orbán, il Premier magiaro dotato delle stesse prerogative di Giuseppi ma, a differenza sua, autorizzato dal Parlamento di Budapest, si scrive che ha «minato la democrazia ungherese» (La Repubblica), che il suo «concetto di democrazia è primitivo» (Corriere della Sera), che «si comincia con il limitare le libertà e si finisce con il limitare la democrazia» (Il Foglio), che vi è una «pretesa “cristiana” delle democrazie illiberali» (Avvenire) e, dulcis in fundo, che si tratta di un «colpo di Stato» (Il Riformista).

Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre. Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.