Se già la censura
non è esattamente qualcosa di positivo, l’autocensura
è peggio, perché è anche stupida. A maggior ragione quando è un’intera civiltà a rinnegare se stessa in nome
di un qualche vaneggiamento collettivo. Di troppa negazione di sé, infatti, si muore. E, continuando di questo
sciagurato passo, rischia seriamente di essere questo il destino dell’Occidente.
I paraocchi dell’ideologia
C’è una vibrazione
nichilista che sta percorrendo come una sorta di brivido la culla della civiltà moderna. La quale
non ha certamente avuto, nei secoli e nei millenni, una condotta irreprensibile – ma lo stesso vale anche per le altre
culture. Il cui contributo al progresso
dell’umanità va spesso cercato col lanternino.
Che dunque solo l’Occidente debba vergognarsi di sé è
quantomeno paradossale. Così com’è
paradossale, per essere gentili, l’idea di giudicare
il passato con le categorie del
presente.
Come fanno, per esempio, i teppisti che stanno vandalizzando le statue e profanando la
memoria di grandi e anche grandissimi uomini. I cui meriti sono incontrovertibili per chi non guarda alla Storia con i paraocchi dell’ideologia.
Ignoranza e nichilismo
Intendiamoci, le manifestazioni (pacifiche) sono più che lecite, così come la sete di giustizia dopo l’assurda uccisione di George Floyd. Ma abbattere o imbrattare i monumenti a Cristoforo Colombo, a Winston Churchill, a Leopoldo II del Belgio non ha nulla a che vedere con la protesta. Non è nemmeno una sorta di ermeneutica dell’antropologia, è solo ignoranza crassa. Che comunque, per assurdo, non è neppure lontanamente vicina all’abisso di delirio toccato in quest’ultimo mese.
Il poco invidiabile primato se lo contendono la petizione che ha preso di mira la medaglia
dell’Ordine di San Michele e San
Giorgio. Un’onorificenza colpevole
(sic!) di raffigurare l’Arcangelo che
schiaccia Satana in un modo che a qualche
intelliggente con-due-g ricorda l’uccisione di Floyd. E, soprattutto (o
meglio, sotto tutto), il genio che vorrebbe distruggere tutte le raffigurazioni
di Gesù Cristo e della Vergine Maria
in quanto troppo europee. E, quindi, ça va sans dire, «una forma di
supremazia bianca», uno «strumento di oppressione» e di «propaganda razzista».
Saremmo curiosi di sapere se tali sagaci definizioni
andrebbero applicate anche alle effigi della Madonna nera, ma sospettiamo un certo analfabetismo artistico del proponente. Sempre per essere gentili.
L’autocensura della civiltà occidentale
Se comunque questa follia
iconoclasta venisse liquidata come la farneticazione di massa che è, la si
potrebbe considerare un fenomeno folcloristico, anche curioso sotto certi
aspetti. Il problema – grave – è che c’è
chi lo prende sul serio, anche a livelli più o meno alti. A cominciare
dallo sport, il cui notevole impatto
sociale non può essere sottovalutato.
Così, per dire, nella Formula
1 la scuderia Mercedes ha scelto di presentarsi al via della nuova
stagione con una livrea nera. Che avrebbe avuto più senso come concessione al
suo primo pilota – e Campione del Mondo – Lewis
Hamilton. Del tutto illogica, invece, è la scelta dell’A.S. Roma di apporre sulle proprie divise il logo del sedicente
movimento anti-razzista americano.
È questo l’Occidente che biasima se stesso, le sue radici e
le sue tradizioni. L’Occidente che si autocensura, tentando di imbavagliare chi invece non prova
imbarazzo – e, magari, nutre addirittura sentimenti di orgoglio.
L’autocensura da pensiero unico
È in base a questa forma mentis deviata che, per esempio, la “cultura” dominante può progettare di tacitare le opinioni non allineate. Come con la Commissione Segre, sorta di orwelliano Miniver che pretende il monopolio della verità – e, di conseguenza, la facoltà di sanzionare fake news. Peccato che poi il pensiero unico faccia da megafono e zerbino a una Carola Rackete qualunque. Che può ragliare impunemente che l’Europa stia sfruttando la crisi da Covid-19 per «mettere da parte i diritti umani».
Che poi qui il punto non è neanche che una piratessa possa esternare tutte le
sciocchezze che vuole. Semmai il problema è che c’è qualcuno disposto a darle
il microfono – e qualcun altro che la ascolta.
Per non parlare del ddl Zan contro l’omotransfobia, che in teoria
dovrebbe aggiungere tutele contro aggressioni e discriminazioni. Di fatto,
invece, porterà a una deriva liberticida e all’instaurazione di un reato di opinione, come dimostra l’esempio di Paesi con normative
simili, quali la Spagna.
Complimenti quindi ai paladini del «non sono d’accordo con
quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo». Che probabilmente
non sanno nemmeno che Voltaire non
si è mai neanche sognato di pronunciare questa frase. La quale, oltretutto,
sarebbe valida soltanto finché la civiltà occidentale non si sarà estinta per autocensura.
Sfortunatamente, siamo già sulla buona, anzi pessima strada.
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