E alla fine, verifica di maggioranza sarà. Lo ha comunicato lo stesso bi-Premier Giuseppe Conte da Bruxelles, dove forse sperava di essere al riparo dalle insidie italiche – o meglio, italovive. Auspicio vano, perché in contemporanea con gli impegni europei il suo predecessore Matteo Renzi continuava a gettare benzina sul fuoco delle polemiche. E allora, ecco l’annuncio che sa molto di sfida.
«Ci sono delle istanze critiche» la presa d’atto del fu Avvocato del popolo. «Ci confronteremo con Italia Viva e con le altre forze di maggioranza. Per andare avanti abbiamo bisogno di massima coesione e fiducia reciproca perché le sfide sono troppo complesse per poterle affrontare con modalità diverse».
Conte vs. Renzi
Giuseppi si riferiva in particolare al programma Next Generation Eu, su cui il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo «che si può definire storico». Il finanziamento da 209 miliardi deve però passare necessariamente per il Recovery Plan, la cui governance rappresenta il vero casus belli del periodo.
«Se Conte vuole pieni poteri come Salvini, io dico no» il j’accuse dell’altro Matteo, affidato allo spagnolo El País. «Non si può accettare che, in nome dell’emergenza, 10 mesi dopo il suo inizio si arroghi tutti i poteri dello Stato per spendere questi 200 miliardi».
L’ex Rottamatore ce l’aveva con la famigerata cabina di regia in formato piramidale. Con al vertice il triumvirato composto dallo stesso Signor Frattanto assieme ai Ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. A scendere, i sei manager che dovrebbero occuparsi ognuno di un diverso ambito di intervento nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Infine, i trecento tecnici che dovrebbero comporre la task force vera e propria.
«Quello che va chiarito è che questa struttura non vuole e direi non può esautorare i soggetti attuatori dei singoli progetti, che saranno amministrazioni centrali e periferiche». Questa la precisazione del Primo Ministro.
Il leader di Iv, però, da questo orecchio sembra non sentirci. «Deve fermarsi e chiedere scusa» l’affondo durissimo. Che si è fatto ultimatum alla domanda «è pronto a far cadere il Governo se Conte non farà marcia indietro?». Risposta tranchant: «Sì, perché questo non è un problema di posti, che pure mi hanno offerto».
E ancora, «ci sono i numeri per eleggere un nuovo esecutivo. Prima di arrivare a questo, mi piacerebbe che il Presidente del Consiglio recuperi la tranquillità e venga in Parlamento per cambiare tutto». Facile a dirsi, molto meno a farsi.
La verifica di maggioranza, o il rendiConte
«A questo punto davvero sarebbe meglio andare a votare». Pare si sia sfogato così il leguleio volturarese dopo la filippica – o meglio, la giuseppica – del senatore fiorentino a Palazzo Madama.
In effetti, secondo i rumours il Capo dello Stato Sergio Mattarella sarebbe incline, in caso di crisi, a sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate. Renzi, però, è convinto che prima il Quirinale tenterebbe di «verificare se c’è una maggioranza» alternativa.
È su questo punto che il muro contro muro si trasforma in una partita a scacchi. Perché, se i sondaggi sono fededegni, dopo la prossima tornata elettorale Italia Viva sarà morta – o almeno moribonda. Cosa che a Palazzo Chigi sanno benissimo.
Per questo motivo Conte Fabio Massimo il Temporeggiatore, per una volta, ha rotto gli indugi chiamando la verifica di maggioranza. Così che l’eventuale bluff, come i proverbiali nodi, venga al pettine.
Qui, infatti, sul rendiConte, si parrà la nobilitate renziana. Se la sua non è una rodomontata, Sansone morirà con tutti i Filistei. Viceversa, anziché il suo idolo Machiavelli il Nostro emulerà gli esecrati grillini, salvando la poltrona anziché la faccia.
In tutti i casi, il Capo del Governo può stare sereno. In quale senso – se in quello classico o in quello gigliato -, lo scopriremo solo vivendo.
More Stories
Nasce l’Associazione “Uniti per Rovigo – Capitale del Polesine”: un nuovo impegno per il futuro del territorio
Ius Scholae, Tajani al Meeting di Rimini: “Preferisco chi non ha origine italiana ma canta l’inno di Mameli”
La sesta Provincia del Lazio e il pasticciaccio delle province italiane