Via libera del Senato allo scostamento di Bilancio
da 25 miliardi chiesto dal Governo Conte-bis, il cosiddetto Dl Agosto.
Un voto non scontato (visti i numeri risicatissimi di Palazzo Madama), ma allo
stesso tempo prevedibile (dato l’istinto di sopravvivenza dei parlamentari). Un
voto che si potrebbe ripercuotere sulla politica economica italiana: e
non soltanto nel senso (di immediatezza) inteso e sbandierato dall’esecutivo
rosso-giallo.
Il sì allo scostamento di Bilancio
Molti consideravano la votazione sullo scostamento di Bilancio (il terzo) lo scoglio più duro tra i tre – consecutivi – in programma questa settimana. Tra il prolungamento dello stato di emergenza (incassato) e il risiko legato alla richiesta di processare l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Si dipingeva una maggioranza alle prese col
pallottoliere nell’ansia di far quadrare numeri ballerini. Più che un Governo
Conte, cioè, un Governo conta.
La Costituzione, infatti, impone
che un extra deficit venga autorizzato dalla maggioranza assoluta di
entrambi i rami del Parlamento. Nella Camera Alta, significa che devono
esprimersi favorevolmente 160 senatori, laddove i rappresentanti di M5S,
Pd, Italia Viva e LeU sono
in tutto 153.
I due precedenti non erano stati problematici perché l’opposizione,
per senso del dovere, aveva
appoggiato il Cura Italia e il Dl Rilancio. Mentre, nell’ultima
occasione, aveva condizionato l’eventuale sostegno a una serie di paletti in
tema di fisco, lavoro e giustizia sociale. A conferma che agosto non
porta proprio bene al bi-Premier Giuseppe Conte.
«Non consentiremo che le risorse degli italiani, il denaro dei nostri figli, venga sperperato in operazioni assistenziali o addirittura clientelari mentre il Paese soffre». Così i tre leader di Lega, FI (Silvio Berlusconi) e FdI (Giorgia Meloni) si erano espressi in una lettera indirizzata a Giuseppi. Sostanzialmente, il centrodestra esigeva rassicurazioni sui piani di spesa dei 25 miliardi chiesti dall’esecutivo. «Se pensa di pagarci consulenze e bonus monopattino il nostro voto se lo scorda» aveva sibilato la presidente di Fratelli d’Italia.
I rumours volevano quindi i rosso-gialli in pressing
sui senatori dei gruppi Misto e Per le Autonomie con lo spauracchio
dell’asticella. Che, ça va sans dire, è stata superata di slancio (170
sì alla fine). Evidentemente, l’ancestrale terrore di passare dagli scranni
del Parlamento al Reddito di Cittadinanza funziona sempre.
Le destinazioni dell’extra deficit
I 25 miliardi del nuovo scostamento di Bilancio dovrebbero
permettere di contrastare gli effetti della pandemia da Covid-19 in settori
cruciali dell’economia. Che in parte collimano con quelli su cui anche
le opposizioni hanno invocato riforme rapide ed efficaci.
Al centro del Dl Agosto c’è
il mondo del lavoro, e in particolare l’incentivazione delle
assunzioni e del rientro in attività. Da realizzare mediante uno sgravio
semestrale al 100% dei contributi per i neoassunti, e una decontribuzione
quadrimestrale piena per le imprese che rinunceranno alla cassa
integrazione.
La Cig verrà
comunque estesa per altre 18 settimane, e per le aziende che la utilizzano
verrà prorogato per tutto l’anno il blocco dei licenziamenti. Sarà infine
protratto lo smart working nel settore privato, come già
avviene per il 50% della P.A. in virtù del Dl Rilancio.
Altro fronte caldo è quello delle tasse, su cui il
Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva già fornito importanti
anticipazioni. Le principali riguardano la rimodulazione delle scadenze
fiscali (attualmente fissate per metà settembre) e la possibilità di rateizzare
i versamenti tributari e contributivi. Previsto
inoltre anche lo sblocco degli investimenti per gli enti locali, mentre
altre risorse saranno destinate al settore automobilistico, al turismo e alla
scuola.
In particolare, come aveva annunciato
sempre il Cancelliere dello Scacchiere, nell’ambito dell’istruzione i fondi serviranno
ad acquistare nuove strutture, compresi i banchi. Ma anche ad assumere
docenti a tempo determinato, onde ridurre il numero degli studenti nelle
singole classi.
Lo scostamento di Bilancio e il Mes
Secondo un
retroscena diffuso nei giorni scorsi, il titolare di via XX Settembre
avrebbe lanciato un avviso ai naviganti. Con i 25 miliardi del nuovo
scostamento di Bilancio, per evitare tensioni sui conti pubblici sarebbe stata
necessaria l’attivazione del Meccanismo Europeo di Stabilità.
L’indiscrezione era stata smentita – un po’ in ritardo, in
realtà – dal Mef, ma ci può essere un fondo (è il caso di dirlo) di
verità. Per esempio, perché i tempi per l’istituzione – e quindi l’erogazione
dei contributi – del Recovery Fund non saranno rapidi. Inoltre,
il Ministro della Salute Roberto Speranza ha
affermato in tempi sospetti che la sanità richiede «almeno 20
miliardi di finanziamento». E il suo dicastero avrebbe
preparato un piano che si basa anche sugli aiuti del Fondo salva-Stati.
Solo che lo strumento continua
a far venire l’orticaria al M5S, che lo considera (e non a torto)
una potenziale trappola di Bruxelles.
Qui, comunque, torniamo al discorso di cui sopra, con la liaison
tra poltrone e stampelle. Perché prima o poi i nodi dovranno venire al
pettine – perfino in un gabinetto guidato da un temporeggiatore come il Signor
Frattanto. E allora sapremo se, parafrasando il Re di Francia Enrico IV di
Borbone, Roma val bene una Mes.
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