Politica
Politica, l’offensiva di Renzi: così Italia Viva può ammazzare il Governo
L’ex Rottamatore attacca su Regionali e riforma della prescrizione, polemiche e accuse incrociate con Pd e M5S. E il Premier Conte non sta sereno
L’ex Rottamatore attacca su Regionali e riforma della prescrizione, polemiche e accuse incrociate con Pd e M5S. E il Premier Conte non sta sereno
Pubblicato
3 anni fail
Un tempo andava di moda, presso una certa area politico-ideologica, il mantra “Non moriremo democristiani”. Ora, a distanza di quasi quarant’anni dallo storico titolo de il Manifesto, c’è una costola ribelle dei nipotini rossi che rinfaccia alla madrepatria un atteggiamento quasi opposto. Non «abbiamo fatto un Governo» ha infatti tuonato via social Matteo Renzi, «per diventare grillini».
L’ex Rottamatore scriveva dopo il clamoroso strappo del suo partito che, in Commissione giustizia alla Camera, ha votato contro l’annullamento della prescrizione previsto dalla riforma del Guardasigilli pentastellato Alfonso Bonafede, preferendo piuttosto appoggiare la proposta dell’azzurro Enrico Costa: proposta volta a evitare il “fine processo mai” che manderebbe in sollucchero i manettari dell’house organ ufficioso del M5S – e in tribunale a vita, almeno potenzialmente, chiunque.
L’emendamento Costa alla fine è stato bocciato per un solo voto (23 a 22), ma è significativo che la maggioranza sia stata salvata dalla presidente di Commissione, la Cinque Stelle Francesca Businarolo, che per prassi non esprime preferenze: non che non sia perfettamente legittimata a farlo (la stessa cosa, a parti invertite, era accaduta con il presidente forzista della Giunta per le Immunità Maurizio Gasparri in relazione al caso Gregoretti), ma politicamente è un segnale significativo. Un segnale di fragilità che ha inevitabilmente dato il la a un valzer di accuse reciproche.
«Non abbiamo rotto la maggioranza, abbiamo solo difeso lo stato di diritto» ha ribaltato la prospettiva l’ex Presidente del Consiglio, curiosamente usando la stessa espressione dell’avversaria Giorgia Meloni. «Continueremo a farlo, anche senza il permesso dei populisti».
Per parte sua, il Ministro della Giustizia non si è scomposto più di tanto. «Prendo atto che Italia Viva si è isolata dalla maggioranza votando insieme a Forza Italia e alle opposizioni» ha fatto spallucce via radio. «La proposta che voleva abolire la prescrizione non è passata, abbiamo bloccato FI e il centro-destra».
Detto che al massimo si voleva abolire la riforma della prescrizione (come il suo primo firmatario dovrebbe sapere a menadito), in realtà è l’intero ragionamento di Bonafede a mostrare delle lacune. Innanzitutto, perché la pdl Costa arriverà comunque all’esame di Montecitorio, dato che la stroncatura ha il solo effetto di affibbiarle il parere negativo della Commissione. E in Parlamento la vera partita sarà sui numeri.
«Se siamo isolati lo vedremo in Aula» ha infatti dichiarato sibillino il deputato renziano Gennaro Migliore. In realtà, alla Camera la maggioranza rosso-gialla non dovrebbe avere problemi: ben altra storia, però, sarà il Senato, tanto che dal Pd c’è chi ha parlato apertamente di rischio per la tenuta del Governo.
Anche perché a rendere infuocato un fronte già caldissimo ci si è messa pure la questione delle Regionali: con Iv che ha annunciato la propria indisponibilità a sostenere i candidati dem in Calabria (dove il partito di Renzi correrà da solo) e in Puglia (dove sarà affiancato da Azione di Carlo Calenda). Furiosa, prevedibilmente, la reazione di via del Nazareno, che ha accusato gli alleati-rivali di fare «un regalo a Salvini e al sovranismo».
L’ex Premier, in realtà, ha chiarito che il suo obiettivo non sono le elezioni anticipate. «Italia Viva ha bisogno di tempo» ha ammesso. Tempo per potersi consolidare, soprattutto se si dovesse andare alle urne con la legge elettorale presentata dalla maggioranza, che prevede una soglia di sbarramento del 5%. Tempo che potrebbe arrivare anche grazie al referendum sul taglio dei parlamentari, che garantirebbe agli onorevoli a rischio rielezione qualche altro mese di stipendio & poltrone.
Attenzione, però, a un piccolo particolare: Renzi non ha mai nominato l’attuale Capo del Governo Giuseppe Conte. E, considerate le dinamiche costituzionali della nomina del Presidente del Consiglio, non è un dettaglio da poco.
Anzi, la sensazione è che più Viva è l’Italia dell’altro Matteo, più moribondo appare l’esecutivo demo-grillino. Fossimo nei panni di Giuseppi, non staremmo sereni.
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre. Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
Friuli, trionfa Fedriga (e il centrodestra), Caporetto per la Schlein
Dalle Regionali 2023 arriva il Bamba della settimana
Calenda-Della Vedova, volano gli stracci sui soldi di Soros
Campagna elettorale, dal Governo di unità nazionale si passa alle divisioni
Giustizia, dai casi Ong, Renzi e Djokovic una lezione “anti-orwelliana”
Giustizia, via libera alla riforma mentre esplodono i casi Conte-Renzi-Pittelli
Omicron può segnare la fine della pandemia per l’Oms, non per il Governo
Conte ter, alla fine tutto cambierà affinché tutto rimanga com’è
Bilancia della giustizia, il Premier Conte al bivio con lo spettro della caduta
Diario della crisi, Conte alla conta, mentre Mattarella è sempre più irritato
Italia Viva ritira i Ministri, si apre la crisi e la palla passa a Mattarella
Italia (ancora) Viva, lo spettro delle urne e il nuovo penultimatum di Renzi
Pingback: Politica, Renzi all’attacco: più la sua Italia è Viva e più il Governo rischia di morire | Organon
Pingback: Italia Viva, così Renzi il Rottamatore sta rottamando se stesso