Pensione anticipata fino a 7 anni per le grandi aziende

Uno scivolo che permetterà di accedere alla pensione sette anni prima della data prevista, a patto che si lavori in un’azienda con più di mille dipendenti.

Questo dice l’emendamento al decreto legge “crescita“, depositato alla Camera dai relatori di maggioranza.

I requisiti ulteriori sono che l’azienda in questione si assuma l’onere di coprire i costi della pensione fino a che non si maturi il tempo per poter accedere alla pensione di diritto, e che si raggiunga con il sindacato un accordo che preveda un programma di assunzioni.

Si parla quindi dell’istituzione di un “contratto di espansione”, volto al rinnovamento dell’azienda e che, con la firma del ministero del Lavoro, dovrà indicare il numero di nuove assunzioni a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato professionalizzante.

Secondo l’emendamento,  per i lavoratori«a non più di 84 mesi» dalla pensione «il datore di lavoro riconosce per tutto il periodo e fino al raggiungimento del primo diritto a pensione, a fronte della risoluzione del rapporto di lavoro, una indennità mensile, liquidabile anche in unica soluzione, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro».

Questo così detto “scivolo dei 7 anni” però, per il momento sembra essere previsto in via sperimentale solo per questo ed il prossimo anno.

Viene specificato che le aziende potranno stipulare questi “contratti di espansione” con i sindacati nell’ottica dei processi di riorganizzazione e reindustrializzazione, con il fine di progresso e sviluppo tecnologico.

La norma prevede infine che «leggi e altri atti aventi forza di legge non possono in ogni caso modificare i requisiti per conseguire il diritto» alla pensione «vigenti al momento dell’adesione» .

Lo scivolo sulle pensioni avrà un costo di 40 milioni per quest’anno e 30 per il prossimo, ed è atteso in questi giorni in Aula, con il termine per la conversione in legge previsto per il 30 giugno.