A nemmeno una settimana di distanza dalla sua deflagrazione mediatica, l’inchiesta sul Covid condotta dalla Procura di Bergamo si sta rivelando un flop. Il che era ampiamente prevedibile, considerata la sproporzione tra il presunto reato (epidemia colposa) e chi dovrebbe averlo commesso (l’esecutivo Conte bis). Eppure, malgrado quello che ha già tutta l’aria di essere un epic fail, a Roma si sta già aprendo un altro filone.
L’inchiesta sul Covid è già un flop
Il Tribunale dei Ministri ha emanato un provvedimento di archiviazione per l’ex bi-Premier Giuseppe Conte e alcuni ex Ministri, in primis l’allora titolare della Salute Roberto Speranza. Tutti accusati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti d’ufficio, falso e, aggiunge l’ANSA, perfino attentato alla Costituzione e ai diritti dei cittadini.
I giudici competenti per i reati ministeriali hanno però stabilito, come riporta il Corsera, che in nessun modo «l’epidemia può dirsi provocata dai rappresentanti del Governo». Le cui disposizioni dovevano obbligatoriamente «contemperare interessi diversi e in particolare la tutela della salute e la tenuta del tessuto socio economico».
Un verdetto che appare la pietra tombale sull’ormai celeberrima inchiesta sul Covid-19 avviata dagli inquirenti orobici in seguito alle denunce di associazioni dei familiari delle vittime. E che così arriverebbe alla sua logica conclusione perché, semplicemente, non sarebbe mai dovuta partire.
Certo, si può capire il dolore e il desiderio di risposte da parte di chi ha perso i propri cari per il SARS-CoV-2, soprattutto nella famigerata “prima ondata”. Tuttavia, come scrivevamo, si sta parlando di una pandemia che, purtroppo, ha provocato globalmente quasi 7 milioni di decessi. Ed è onestamente difficile attribuirne la responsabilità, anche solo in minima parte, a Giuseppi e ai membri del suo secondo esecutivo.
La magistratura non lascia, bensì raddoppia
Eppure, a dispetto della batosta, la magistratura non lascia, bensì raddoppia. Lo fa nell’Urbe, in Piazzale Clodio, dove i Pm capitolini, rileva Sky TG24, hanno messo nel mirino il mancato aggiornamento del piano pandemico. Indagando, per omissione in atti d’ufficio, gli ultimi tre Ministri della Sanità – Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin, insieme al loro successore libero e uguale.
Un fascicolo che se non altro muove da un dato concreto, visto che il dossier effettivamente non veniva revisionato dal 2006. Per quanto non si capisce con che diritto (è il caso di dirlo) le toghe continuino a ingerire in questioni di stretta competenza della politica.
Anche perché è sicuramente vero che ogni effetto ha una causa: non sempre e necessariamente legale, però.
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