Economia
Economia, il “legittimo sospetto” degli 007 sul giovedì nero innescato dalla Lagarde
La presidente BCE provoca un attacco speculativo ai nostri asset strategici nazionali: la cui tutela unisce, una volta tanto, la politica tutta
La presidente BCE provoca un attacco speculativo ai nostri asset strategici nazionali: la cui tutela unisce, una volta tanto, la politica tutta
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3 anni fail
In principio era stato il segretario della Lega Matteo Salvini, annunciando una possibile azione legale contro i vertici della Ue. «L’unico aiuto concreto venuto dall’Europa è stato far crollare la Borsa e far impazzire lo spread» aveva attaccato il Capitano. «Gli Italiani hanno perso 68 miliardi di euro di risparmio. Valuteremo la possibilità di chiedere un risarcimento economico in sede civile e penale nei confronti di chi si è reso responsabile del disastro».
L’indice dell’ex Ministro dell’Interno era puntato contro la presidente della BCE Christine Lagarde e la sua, per così dire, avventatezza. «Non siamo qui per ridurre gli spread, non è la funzione o la missione della BCE» aveva “incautamente” affermato l’epigona di Mario Draghi. Poche parole che avevano provocato il crollo delle Borse di tutto il mondo, con Milano devastata da un ribasso del 16,9%, il peggiore della sua storia, e lo spread innalzato di quasi 50 punti base.
Un nuovo giovedì nero che aveva addirittura spinto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a prendere carta e penna e indirizzare, in maniera del tutto irrituale, una nota durissima all’Unione Europea: da cui l’Italia si aspetta, soprattutto in un momento di difficoltà causato dall’emergenza coronavirus, «iniziative di solidarietà e non mosse che possano ostacolarne l’azione».
Già, perché la dichiarazione dell’avvocatessa transalpina, oltre ad affondare Piazza Affari, rischia anche di aver già scatenato un attacco speculativo contro alcuni asset strategici di interesse nazionale. Questo almeno è il dubbio dei nostri 007, secondo quanto riferito dal COPASIR, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, da cui dipende l’operato dei nostri servizi segreti.
«Alcune dichiarazioni» ha sottolineato il presidente, il leghista Raffaele Volpi «hanno portato ad un indebolimento importante e repentino di assetti quotati anche strategici». Vi è pertanto quello che il deputato del Carroccio ha definito un «legittimo sospetto», soprattutto in riferimento alla “scomparsa” di un quarto delle azioni delle cosiddette blue chips (le società considerate, per dimensione e redditività, le migliori della Borsa).
Lo ha esplicitato anche, al Corriere della Sera, un Ministro che ha preferito restare anonimo: «se qualcuno dall’estero pensa di sfruttare questa situazione per fare lo shopping dei nostri ‘gioielli di famiglia’, come accadde nel 1992 e nel 2010, ha sbagliato bersaglio».
E il numero uno del COPASIR ha rincarato la dose: «Certi che gli attori preposti già stiano operando in tal senso, ci permettiamo comunque di sollecitare e sostenere qualsiasi azione di maggior vigilanza verso azioni, speculative o aggressive tendenti a modificare, in questo particolare momento, assetti di controllo e di governance di società quali quelle dei settori bancario-assicurativi, telecomunicazioni, energia e difesa che debbono rimanere nell’alveo dell’interesse nazionale».
In modo simile, un altro membro del COPASIR, il dem Enrico Borghi, ha invocato l’intervento della CONSOB (l’ente che vigila sulla Borsa italiana) «per sollecitare le autorità competenti a compiere tutte le verifiche e le indagini su eventuali attività speculative, connesse o conseguenti alle dichiarazioni della presidente Lagarde».
L’indignazione, insomma, è stata bipartisan. D’altra parte, come ha affermato Volpi, questo «è il momento della responsabilità collettiva ed è inderogabile difendere le risorse strategiche, finanziarie ed industriali, del nostro grande Paese».
E il fatto che la politica tutta, una volta tanto, si sia compattata a tutela degli interessi nazionali è certamente un’ottima notizia. Di questi tempi, magari ce ne fossero di più.
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre. Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
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