Ucraina, il Premier Draghi in bilico sull’invio di nuove armi a Kiev?
Oggi le comunicazioni in Senato del Governo, la cui tenuta non dovrebbe comunque essere a rischio: anche se il M5S è lacerato dalla faida tra Conte e Di Maio, e pure Pd e Lega sono attraversati dalle tensioni
Il Premier Mario Draghi renderà oggi a Palazzo Madama delle comunicazioni inerenti la guerra in Ucraina, incluso l’invio di nuovi rifornimenti bellici a Kiev. Un passaggio che vari commentatori considerano come un’ennesima prova di sopravvivenza, soprattutto alla luce delle tensioni inter- e intra-partitiche. Tuttavia, è improbabile che vi siano rischi concreti per la tenuta del Governo.
Mario Draghi
Le comunicazioni del Premier Draghi in Senato
«Il 21 giugno non prendete impegni. È il giorno in cui i grillini tenteranno l’assalto contro Draghi in Senato». Così, come riportaAskanews, profetizzava il leader italovivoMatteo Renzi nella sua Enews dello scorso 30 maggio (quindi in tempi non – così – sospetti). Tre settimane e un turno di Amministrative dopo, si prospetta un inizio estate davvero infuocato, e non solo a livello meteorologico.
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In parte la causa è da ricercare nell’onda lunga delle Comunali che, tra l’altro, hanno certificato ulteriormente lo stato comatoso del Movimento 5 Stelle. Spingendo parte del Pd, come riferisceIl Giornale, a mugugnare contro il «campo largo» imposto dal segretario Enrico “stai sereno” Letta a spese dell’alleanza coi centristi.
L’invio di nuove armi all’Ucraina
Il vero nodo del contendere, però, è sempre la vexata quaestio dell’invio di nuove armi in Ucraina, osteggiato sia dalla Lega che, soprattutto, dal M5S. Dalle parti di via Bellerio il segretario Matteo Salvini è in difficoltà, scriveIl Riformista, per «i tanti errori» degli ultimi tre anni. Dal ritiro del sostegno al primo esecutivo di Giuseppe Conte allo scacco nella partita per il Quirinale, fino al recentissimo flop dei referendum sulla giustizia.
I grillini invece sono lacerati dalla faida tra lo stesso ex Avvocato del Popolo e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il quale, commentando una bozza di risoluzione approntata da alcuni senatori pentastellati (e definita “superata”), aveva dichiarato che «ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue». E per questo è stato “processato” dal Consiglio Nazionale del MoVimento, che lo ha accusato di «gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento».
I vertici dei Cinque Stellehanno aggiunto che «la linea euroatlantica non è mai stata messa in discussione». E benché, come ricordaIl Fatto Quotidiano, la paventata espulsione del titolare della Farnesina sia stata congelata, più che di pace si tratta di una tregua armata.
In ogni caso, l’ipotesi di un agguato parlamentare all’inquilino di Palazzo Chigi appare piuttosto remota. Sia perché Giuseppicontinua ad assicurare che non c’è alcuna intenzione di provocare una crisi, sia – soprattutto – perché all’onorevolepensionemancano ancora tre mesi. E c’è da scommettere, parafrasando Fabrizio De André (che a sua volta citava Dante Alighieri), che più dell’onor potrà ancora il digiuno.
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre.
Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
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