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Ucraina e libertà d’espressione, il Corsera come la tanto esecrata Russia?

Il principale quotidiano italiano pubblica le liste di proscrizione dei nostri 007 (che smentiscono) su giornalisti, politici e influencer bollati come propagandisti filo-Putin: in realtà hanno “solo” opinioni non allineate col pensiero unico

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Libertà d'espressione, Ucraina
Bavaglio alla libertà d'espressione

Da www.romait.it

A quanto pare, adesso avere sulla guerra in Ucraina un’opinione non allineata col pensiero unico (nonché col Governo) significa essere ipso factofilo-Putin”. E dunque meritare di essere “attenzionati” dai servizi segreti italiani, come ha rivelato il Corriere della Sera. Venendo in realtà smentito dal Copasir (l’organo parlamentare che controlla l’operato dei nostri 007), che però contestualmente ha confermato l’esistenza dell’orwelliana inchiesta.

Libertà d'espressione, Ucraina
Bavaglio alla libertà d’espressione

Liste di proscrizione sulla guerra in Ucraina

“La rete della propaganda di Putin in Italia: influencer e opinionisti, dai social ai giornali”. Così il Corsera annunciava la diffusione del dossier «sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica».

Un report costruito sulla base di «materiale raccolto» dal Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, per gli amici Copasir. E corredato da quelle che Il Fatto Quotidiano non ha esitato a definire «foto “segnaletiche”» di giornalisti, politici, influencer, blogger accusati di essere “megafoni” di Mosca. I più celebri, probabilmente, sono il professor Alessandro Orsini, d’altronde già censurato dalla Rai, e il senatore ex pentastellato Vito Petrocelli.

Una vera e propria «lista di proscrizione», ha attaccato Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista, aggiungendo che è una «vergogna per il giornalismo italiano». Parole analoghe a quelle del filosofo Massimo Cacciari, secondo cui, come riferisce Il Tempo, «siamo alla demonizzazione universale senza verifiche».

Un’indagine orwelliana

In realtà, il Presidente del Copasir Adolfo Urso ha disconosciuto l’elenco del principale quotidiano del Belpaese – e con esso la velina dell’intelligence. Però ha anche ammesso che «abbiamo attivato un’indagine alla fine della quale, ove lo ritenessimo, produrremo una specifica relazione al Parlamento». Un’indagine che, come puntualizza Sky TG24, è partita lo scorso 4 maggio.

Tale iniziativa richiama alla mente la psicopolizia di 1984 di George Orwell, apparendo orientata più che altro a comprimere il dibattito pubblico sul conflitto in Ucraina. Mettendo nel mirino chi si discosta dalla narrazione dominante per danneggiarne la reputazione, escluderne la voce dall’agone e magari troncarne la carriera. Non a caso, scrive Il Giornale, una fonte di Bruxelles ha affermato che «l’Ue non sanziona le persone per metterle a tacere ma per cambiare il loro comportamento».

Una sola domanda: alla luce di quanto esposto, in che modo esattamente la cosiddetta “civiltà occidentale” sarebbe diversa dalla tanto esecrata Russia?

Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre. Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.