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A Draghi non servono strateghi, stampelle, o manuali di ripasso della politica: Draghi decidera’ da solo. (Speriamo)

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Il Presidente Mattarella ha scoperto le carte davanti alla politica. Qualora l’incarico a Draghi dovesse fallire, si aprirebbe la strada, (il burrone?) ormai inevitabile, delle elezioni anticipate.

Una mossa saggia o per taluni disperata di un padre, che dinanzi al disastro imminente della propria famiglia, propone ai propri figli un’ultima soluzione per salvare la baracca.

Le veline sono loro.

Conte: sotto l’ammaestramento del suo vice Casalino, l’ormai ex Primo Ministro ed Ex Avvocato degli Italiani si presenta alle telecamere su un banchetto colmo di microfoni, e sui social piu’ divertenti di frutta e verdura, in mezzo a Piazza Colonna, previo l’obbligo simbolico di non inquadrare Palazzo Chigi, da cui ormai e’ stato spodestato. Gesto responsabile. L’Avvocato ora studia fine Politica per fare il leader di Partito, dimenticando forse di ripassare Diritto Civile nel caso dovesse rimettersi a lavorare.

Salvini: a sua volta catechizzato dalla scienza militare tattica di un Giorgetti in gran forma, sfodera un’inaspettata linea moderata e fin quasi filoeuropeista, che lo rappresenta come il futuro possibile e non piu’ il generale dell’Armata della Lega che si presenta sul balcone di una discoteca sul mare per proporre leggi speciali e decreti sovranisti.

Renzi: l’ex Primo Ministro piu’ giovane di sempre, da taluni considerato il vero stratega dell’arrivo a Palazzo Chigi di Draghi, colui che in mezzo a una sinistra gia’ divisa e malleabile come una mollica fradicia per ripieno di polpette di carne mista, spacca con la sua arte bellica tutto lo spaccabile, si appresta ormai a far scomparire Italia Viva da ogni sondaggio elettorale futuro.

Zingaretti (e sinistra): messo a nudo con le sue integerrime debolezze (mai con la Lega …a meno che…) a braccetto con le contraddizioni dei CinqueStelle. Zingaretti LEADER MAXIMO DELLA SINISTRA il cui unico merito sembrerebbe quello di essere addirittura il fratello del Commissario Montalbano, lo Zingaretti originale.

Senza dimenticarsi di Grillo che alle formali consultazioni sfodera un completo con camicia scura scollata piu’ alla Manuel Fantoni di Borotalco che alla John  Travolta del Febbre del Sabato Sera, ma niente meno che maneggiando massime di Platone: “Accontentare tutti e’ via di un insuccesso sicuro.”

Davanti a cotanta ratatouille italica, un affollamente dove chi puo’ acchiappare acchiappera’, con l’eccezione di una Meloni che si inchioda alla bara dell’opposizione, Draghi e’ solo. Osservate il Banchiere nelle foto: a Draghi non servono aiuti, segretarie, strateghi, Bignami di Filosofia o di Storia e nemmeno stampelle: al tavolo delle consultazioni SuperMario si presenta da solo e forte di per se’. 

Genti. Sta per fiorire il Draghi I, sessantasettesimo Governo della Repubblica Italiana, nato per il bene del Paese. Speriamo non sia un Governo di Partiti, quanto meno di questi partiti…

Francesco Di Pisa è Dottore in Giurisprudenza con Master in Scienza delle Comunicazione. Libero professionista, dopo la Spagna, la Gran Bretagna, si occupa di politiche Marketing, consumo, comunicazione e scrive di politica, attualità e costume.

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