Taglio dei parlamentari, scoppia lo psicodramma in seno al Pd
Il vicesegretario Orlando “tende a escludere” la libertà di coscienza, l’ex presidente Orfini replica furioso che gli impegni non sono stati rispettati: “Siamo succubi del M5S?” Il campione d’incoerenza però è il renziano Giachetti
Il referendum sul taglio dei
parlamentari si avvicina a grandi passi, e il Pd si scopre
improvvisamente una polveriera. Il sasso lo ha lanciato il vicepresidente Andrea
Orlando che, annunciando il proprio voto favorevole, contestualmente
si è espresso sul tema della libertà di coscienza. Specificando che «tenderei a escluderlo», e scatenando l’ira dell’ex presidente Matteo
Orfini.
«Per tre volte in Parlamento abbiamo
votato no al taglio dei parlamentari» ha ricordato il deputato in un lungo
post su Facebook. «Poi abbiamo su richiesta di Zingaretti votato a
favore. Era la condizione per far nascere il Conte bis».
Per tre volte in parlamento abbiamo votato no al taglio dei parlamentari. Poi abbiano su richiesta di Zingaretti votato…
Tale voto, ha precisato l’onorevole, era
subordinato all’impegno di varare una nuova legge elettorale proporzionale
e operare una serie di modifiche alla Carta. Lo stesso Nicola Zingaretti,
il segretario del Partito Democratico, aveva
sollecitato gli alleati governativi in tal senso.
Auspicando che almeno una delle due Camere potesse pronunciarsi sulla
legge elettorale prima della consultazione del 20-21 settembre prossimi.
A frenare il disegno del Governatore del
Lazio era
stata Iv, per cui evidentemente pacta sunt
servanda solo finché fanno comodo al leader Matteo Renzi. Zinga
infatti aveva fatto riferimento al testo che era
già stato condiviso dalla maggioranza rosso-gialla,
prima che l’ex Rottamatore facesse
saltare il banco. I sondaggi, infatti, languono ancora, e
con una soglia di sbarramento al 5%Italia Vivarischierebbe
seriamente di non entrare in Parlamento.
Risultato, «a poche settimane dal referendum è ovvio che non avremo né la nuova legge elettorale, né i correttivi costituzionali» ha rincarato la dose Orfini. E «come se niente fosse votiamo lo stesso sì? E addirittura si annuncia che forse nemmeno ci sarà libertà di coscienza? Praticamente ormai possiamo solo dire sì a ogni capriccio del M5S, anche se si tratta di distruggere la nostra democrazia? Onestamente mi sembra troppo».
Taglio dei parlamentari, Giachetti
campione olimpico di arrampicata sugli specchi
Perplessità condivisibili, anche se il campione olimpico di arrampicata
sugli specchi va ben oltre l’atteggiamento ondivago (per essere gentili)
del Nazareno. E, manco a farlo apposta, si trova sempre in casa renziana.
«Voterò questa legge perché sono nella
maggioranza e sono leale» aveva
assicurato un anno fa l’ex dem Roberto Giachetti.
Aggiungendo però che «un minuto dopo sarò al lavoro per raccogliere le firme
per chiedere un referendum per dire no a questa riforma». Della
quale, oggi, sostiene che «non mi vede in assoluto contrario». Triplo salto mortale
carpiato all’indietro con doppio avvitamento, medaglia d’oro olimpico-parlamentare
e Spider-Man che si va a nascondere.
Visto poi che ogni residuo commento
sarebbe superfluo, lasciamo le conclusioni al suo ex collega di Partito
(Democratico) Orfini. «Un partito che ha paura di combattere per ciò in cui
crede perché teme sia poco conveniente e impopolare è un partito senza
anima».
Il dilemma amletico, in effetti, è tutto qui. Essere o non
essere (coerenti), questo è il problema. Appuntamento al mese prossimo
per la risposta.
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre.
Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
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