Se era sul piano vaccini che si doveva “parere la sua nobilitate”, Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, non ha tradito le aspettative. Disastro doveva essere, e disastro (per ora) è. A ennesima conferma che il Nostro è sì un esperto, ma solo in ritardi e inefficienze.
Il disastro del piano vaccini
«L’elenco completo dei centri designati per la somministrazione del vaccino contro il coronavirus è ancora in divenire, ragion per cui non si dispone ancora di un’elencazione dei centri vaccinali». Così riconobbe Arcuri, rispondendo a una richiesta di accesso civico generalizzato da parte di ZetaLuiss, testata della Scuola di Giornalismo dell’Università romana Luiss.
Un’ammissione che, forse perché arrivata una settimana dopo il tanto strombazzato V-day, ha curiosamente suscitato una ridda di ironie. Come quella del leader leghista Matteo Salvini, che ha praticamente dato al manager del “Commissario a sua insaputa”.
In realtà, probabilmente come definizione è troppo tranchant, visto che Der Kommissar ha già inviato sieri e siringhe agli enti locali. Anzi, ha perfino comprato (a un prezzo doppio) dei particolari dispositivi di precisione per ricavare il 20% di antidoto in più da ogni flacone Pfizer. Se poi le siringhe sono troppo grandi per le fiale – e quindi inutilizzabili -, mica può essere colpa di Arcuri, no?
Sarebbe come dargli addosso per i padiglioni dedicati alla somministrazione del vaccino, quelli a forma di fiore. Che saranno anche pacchiani e inutilmente costosi, ma li ha pvogettati l’avchistav Stefano Boeri – pavdon, Boevi. E poi, quella vaccinale è una campagna: o no?
L’anti-Re Mida
Oltretutto, manco a dire che uno non se lo aspettava. Non sosteneva forse la grandissima Agatha Christie che «un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova»? Ebbene, da questo punto di vista il supercommissario sovrabbondava anche prima del piano vaccini.
In principio, infatti, erano state le mascherine (ri)acquistate dalla Cina (cui le aveva regalate Giggino il Munifico) eppure bloccate nel Paese del Dragone. Poi era stata la volta dei 5 milioni di tamponi da distribuire alle Regioni, che in realtà erano solo i cotton fioc senza i reagenti. Infine, il capolavoro (condiviso col Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, cui non vorremmo mai sottrarre “meriti”) dei banchi a rotelle giunti a destinazione solo a scuole già richiuse. Anche se qui si potrebbe parlare di eterogenesi dei fini.
Arcuri, insomma, è una specie di anti-Re Mida che trasforma in fango tutto ciò che tocca. Ma poiché, parafrasando il dettato evangelico, non avrebbe alcun potere se non gli fosse stato dato dall’alto, la “colpa più grande” non è la sua. Per informazioni, citofonare Palazzo Chigi, o anche Lungotevere Ripa.
Anche perché, notoriamente, Der Kommissar viene paragonato a Napoleone Bonaparte, nome sovente associato a Waterloo. Serve aggiungere altro?
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