Nulla, probabilmente, può spiegare il mistero della Santa Pasqua di Risurrezione meglio di un noto passo della sequenza liturgica Victimae Paschali Laudes. “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”.
Questo è il dato (ultra)terreno di quanto accadde in un’altra domenica, circa 2.000 anni fa. Quando Nostro Signore Gesù Cristo, nel terzo giorno dalla Sua morte in Croce, tornò alla vita secondo le Sacre Scritture e secondo la Sua parola. «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere», aveva detto ai Giudei, che pensarono parlasse del santuario di Gerusalemme. Non avevano capito che il Salvatore si riferiva al tempio del Suo corpo (Gv 2, 19).
La Pasqua di Risurrezione e il (doppio) trionfo di Cristo
Vi è però anche una seconda dimensione, ancora più profonda, che rende quello di Cristo un trionfo doppio sulla Nera Mietitrice. Gesù di Nazareth, infatti, non ha solo sbaragliato la morte fisica, ma anche e soprattutto quella spirituale rappresentata dalla schiavitù del peccato.
Lo ha fatto donando tutto Se stesso, «assumendo la condizione di servo» e facendosi obbediente, sottolinea San Paolo, fino all’estremo sacrificio (Fil 2, 7-8). Perché, come insegna proprio l’Agnello di Dio, «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13).
Dopo l’apparente fallimento del Venerdì Santo, dunque, il Redentore spalancava la via per la vera libertà e l’autentica felicità all’umanità tutta, una volta per tutte. Come recitava il Salmo 117, «la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo; ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi» (Sl 17, 22).
Un miracolo di quell’Amore che vince sempre, su tutto. Buona Pasqua di Risurrezione a tutti i nostri lettori!