Mentre il treno dei vaccini corre in lungo e in largo per un martoriato Regno Unito (almeno sino al giorno dell’eventuale referendum scozzese per il distacco da Londra), i sudditi di Sua Maestà, si svegliano in una luminosa mattina di quasi primavera inglese con il dubbio che a Buckingham Palace serpeggi il razzismo.
Vi sarebbero state infatti preoccupazioni per il colore della pelle del primo figlio dei Duchi del Sussex, il piccolo Archie, nato nel 2019, e nei corridoi del Palazzo si discuteva di “quanto sarebbe stata scura la sua pelle quando fosse nato”… Così la sua mamma Meghan. Orrore orrore. Meghan sarebbe stata quasi sul punto di spararsi per lo stress.
All’indomani della deflagrante – secondo alcuni – intervista del Principe Harry e sua moglie Meghan a Oprah Winfrey, media e politica del Regno Unito si presentano ovviamente divisi. Johnson e gran parte dei quotidiani conservatori gettano acqua sul fuoco, stemperano le polemiche sulle dolorose rivelazioni prendendola da molto, molto lontano ed elogiando blah blah blah il ruolo della Regina e l’unità della nazione, altri, come il ministro ombra della cultura, la laburista Kate Green la quale chiede a gran voce una commissione d’inchiesta per indagare su accuse di razzismo tanto scioccanti e terribili per il Paese. Tipo le nostre sulle stragi sui treno o sulle autostrade…
Proprio ora che la Gran Bretagna veniva rimessa sul piedistallo, sul trono del mondo (dopo la pessima figura per il modo brutale e patetico col quale aveva sentenziato a morte per Covid con la politica delle pecore – la parte più debole della sua popolazione) – grazie all’elogio dei suoi scienziati e del progresso sulle strategie del vaccino, ecco che il principino Harry se ne esce con una granata da far esplodere la Monarchia.
Ma Harry si sa, come secondo figlio di Carlo e Diana – a Corte è sempre stato in panchina, in disparte, dietro l’ombra pesante del fratello maggiore William, nato calvo e perfetto per il ruolo, un pronto pre-destinato ad assumere un giorno il ruolo di Re.
Ciò che stupisce o forse no, così va il mondo, é che in Gran Bretagna si parli di razzismo solo nel momento in cui un certo puzzolente fumo denso e scuro esce dai comignoli di Buckingham Palace: quando tutti coloro i quali atterrano con un volo a Londra Heathrow, Bristol International o Manchester Boston Regional Airport, ricevono il benvenuto nel Regno delle Pari Opportunità da portantini, inservienti di take-away, addetti, operai e uomini e donne delle pulizie, che al 99% dei casi portano sotto le divise di lavoro la pelle scura. Per giungere sino alle scuole del Wiltshire, del Surrey o del Kent dove professori indiani di Geografia o Letteratura vengono spesso derisi, scherniti e canzonati dagli studenti come pupazzetti marroni.
O genti, sveglia. Il tentativo di Harry e Meghan di fare luce sull’ovvio, e combattere il male oscuro dell’omofobia e il razzismo ri-portando la monarchia per le strade, come aveva fatto Diana, pur ammirevole – non funzionarà. La Gran Bretagna sta ormai vivendo la sua nuova stagione, quella del Brexit, del sovranismo assoluto.
Se Harry vuole davvero iniziare a scuotere le fondamenta del Paese, deve mirare altrove, i media, i social é questo che desiderano, il banale, e dunque partire dal basso: per esempio iniziare a indossare calzini lunghi fino al polpaccio e gettare nella pattumiera quegli orribili calzini corti tipicamente British. Allora sì che i sudditi di Sua Maestà inizierebbero a farsi domande esistenziali.
Dio salvi la Regina.