Non bastavano le circostanze penose oltre che misteriose sulla morte del povero Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega a scuotere ancora di piu’ il momento traballante e tormentato che il nostro Paese sta da tempo ormai vivendo.
Siamo spettatori di tragedie che si consumano in un panorama di generale vuoto di approfondimento e veniamo tentati da giudicare la realta’ senza filtri e giudizio.
Lasciando da parte per un momento la dinamica complessiva e sino ad ora molto intricata dell’evento delittuoso accaduto nei giorni scorsi a Roma, l’attenzione si sposta sulla foto rubata che ritrae Christian Gabel Natale Hjort, uno dei due cittadini americani fermati per l’omicidio del carabiniere, bendato, con le mani legate e il capo chino dinanzi all’interrogatorio.
I fatti si susseguono a velocita’ sempre piu’ progressivamente sorprendente, alimentando il fuoco delle polemiche, a tutti i livelli.
Ai fini strettamente legali – l’avvocato Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali, in un’intervista all’Agi spiega: “Chi sta sostenendo quella foto, giustificando l’operato di chi ha agito in quel modo nei confronti del cittadino americano prima della sua deposizione, sta facendo un danno al carabiniere che ha perso la vita e a chi vorrebbe che venisse fatta giustizia. E’ un gesto da stupidi. Perché un atto istruttorio, sia esso una confessione, una testimonianza o un interrogatorio, se svolto con modalità che coartano la libera determinazione di una persona deve essere dichiarato nullo. Anche se poi quelle dichiarazioni dovessero essere confermate in una fase successiva”.
La sostanza e’ questa, ci sono numeri, una matematica di fatti che vanno appurati ed eventuali conseguenze come responsabilita’ che saranno – speriamo presto – fissate nero su bianco. A questo semplice, ma efficace sistema di pensiero dovremmo abituarci.
Il resto sono parole, grida, opinioni, istigazioni.
La posta in palio e’ altissima. Ne va non solo dell’immagine di per se’ gia’ molto sbiadita ed inefficiente del nostro Paese (in tutto cio’ che ha a che fare con le procedure giudiziarie ed il sistema penale di cui esse fanno perno.) In tal senso, non si scopre nulla di nuovo.
E’ a livello politico, che a nostro avviso occorre fare uno sforzo, un balzo avanti. Ma questo richiede sacrificio. E chi oggi e’ disposto al vero sacrificio, al di la’ del Carabiniere ammazzato?
Sono a nostro avviso da stigmatizzare tutti gli interventi che hanno il solo scopo di alimentare odio e intolleranza attuale, in clima di par condicio, senza afferrare la palla al balzo e colpirla subito – ciecamente. Ma d’altro canto stiamo discutendo di bende sugli occhi.
Nel suo ruolo alto – di rappresentanza – e non solo di una larga parte del Paese che a lui da’ seguito, ma delle Istituzioni, un Ministro degli Interni – a priori – ieri, oggi e domani – non dovrebbe servirsi di un mezzo social scrivendo che “l’unica vittima e’ un uomo, un figlio., un marito, un Carabiniere, un servitore della Patria.”
Il piatto guarnito e sagomato da bandiere tricolore.
Crescendo di banalita’, ovvieta’, perche’ di quel dolore ne facciamo orgogliosamente parte tutti, senza post, senza schierarsi contro e senza l’intenzione di voler – mai – innalzare a martire – il giovane americano bendato nella foto.
Ancora una volta, l’ennesima, ci troviamo dinanzi ad una triste, scomoda faccenda in cui sarebbe sostanzialmente basilare procedere oltre il dramma e la polemica di superficie. Affrontare il perche’ e per come sia potuto accadere che un presunto reo sia stato bendato in una struttura dello Stato. Senza -ripetiamo – commiserare niente e nessuno. Solo per capire ed evitare di ripetere certi errori. Perche’ di errori parlanoalcuni giuristi .
L’occhio – debole – di questi tempi invece vuole solo la sua parte: miope, lungi da sfamare il cervello e la criticita’, non vede.
La politica – tutta, latita – e per dare sfogo ad espressioni popolari – apre la bocca solo per dar fiato: da sinistra con sterili iniziative su presunti minuti di silenzio che in realta’ non son altro che strumenti di presenzialita’ ed egoismo, e da destra costruendo commenti pericolosamente giustizialisti.
E’ il nostro cervello – ancora una volta – a presentarsi completamente bendato. Siamo in effetti avvolti in un buio pesto da cui potremo finalmente uscire solo illuminandoci. Bende o meno sugli occhi.