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Lotta al Covid, ecco il Daily Tampon, il test rapido per sapere se si è positivi

lotta al covid: daily tampon
Prodotto da un'azienda lombarda, è più semplice e meno invasivo del tampone e dà il responso in tre minuti. Intanto il vaccino di AstraZeneca subisce una battuta d'arresto dopo che un volontario ha accusato una reazione avversa

Nel giorno in cui il candidato vaccino di AstraZeneca subiva una battuta d’arresto, l’ingegno italiano ha sfornato una nuova arma per la lotta al Covid. È stato infatti approvato un nuovo test salivare, realizzato da un’azienda lecchese in collaborazione con l’Università del Sannio. Un test che in soli tre minuti rivela se si è stati contagiati dal coronavirus.

Si chiama Daily Tampon, e oltre a essere rapido è anche estremamente semplice. È sufficiente prendere un campione di saliva mediante un cotton fioc, e appoggiarlo sul tampone. Questo, grazie all’uso congiunto di tre reagenti, presenterà una striscia se si è negativi, e due se si è positivi. Una metodologia «più facile e meno invasiva rispetto al tampone. Ma ugualmente sicura», come aveva spiegato Eleonora Lalle, dirigente biologo del laboratorio di Virologia dello Spallanzani.

Il test è stato messo a punto da un’azienda che produce sistemi di illuminazione, la Allum di Merate. «Durante il lockdown ci siamo chiesti come potessimo aiutare il Paese a tornare alla normalità nel modo più veloce possibile» ha raccontato la titolare, Stefania Magni. Di qui l’idea di un «tampone giornaliero con risultato veloce», che ora è stato validato dal Ministero della Salute, così che possa partire la produzione.

È un tipo di esame che potrebbe risultare molto utile in contesti delicati come le scuole o gli ospedali. E potrebbe anche favorire la riapertura al pubblico di eventi sportivi e musicali.

Lotta al Covid, lo stop al vaccino di AstraZeneca

Una buona notizia che ci voleva, soprattutto dopo l’annuncio, da parte del colosso farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca, della sospensione della sperimentazione sul vaccino anti-Covid. Le cui dosi, lo ricordiamo, sono prodotte a Pomezia dalla società IRBM.

Lo stop si è reso necessario dopo che uno dei volontari ha accusato una seria reazione avversa. Si tratta di una procedura standard, e secondo gli esperti non ha necessariamente delle connotazioni negative in relazione alle speranze di successo nella lotta al Covid.

«La battuta di arresto del vaccino AstraZeneca di Oxford è fisiologica e normale» ha commentato ad esempio il virologo Andrea Crisanti. Ricordando anche che, di norma, lo sviluppo di un vaccino richiede circa cinque anni, mentre ora i tempi sono molto più ristretti.

Questo, però, «è il segnale che le aziende stanno lavorando con serietà, trasparenza e controllando i dati» ha aggiunto l’infettivologo Matteo Bassetti. Cui ha fatto eco il collega Alberto Villani. «Quando si arriverà a disporre di un vaccino, sarà sicuro perché avrà superato tutte le prove che devono essere superate».

La lotta al Covid, insomma, si può rallentare, ma non bloccare. E ora ha una nuova freccia al proprio arco. Una freccia di cui, una volta di più, da Italiani possiamo andare fieri.