Andavano avanti da tempo ormai le minacce, e gli episodi di bullismo verso un ragazzo, studente presso Istituto Professionale di Orlando a Livorno, episodi che finora erano stati sopportati dal ragazzo, finché un giorno il bullo della classe è arrivato ad ustionare la mano del ragazzo.
Sulla pelle della vittima il bullo infatti avrebbe premuto una placca di metallo di un normalissimo astuccio riscaldata però con la fiamma di un accendino.
L’episodio accaduto mesi fa ha costretto il ragazzo a 30 giorni di prognosi, il ragazzo non denuncia il fatto, è la madre che tempo dopo va a sporgere denuncia per lesioni personali.
La docente, che era in classe afferma di non essersi accorta di nulla durante l’accaduto. Quando il ragazzo dopo la denuncia al bullo ormai sospeso dalla scuola, torna in classe viene accusato di essere “un infame”, non doveva denunciare affermano i compagni; nei periodi a seguire il ragazzino evita di andare a scuola e si rifiuta di mangiare.
Chiaro il suggerimento alla madre del ragazzo da parte degli assistenti sociali che pensano che allontanare dalla città la vittima sarebbe la scelta migliore. Senza controllo poi la reazione del compagno della madre che mostrando una pistola giocattolo a scuola ha affermato: “quello là brucia, ma noi abbiamo le armi””, la polizia è intervenuta subito fermandolo.
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