Libertà d’espressione, dagli Usa un altro passo verso l’orwelliano “Miniver”
Il Dipartimento della Sicurezza americano si inventa un “Consiglio Direttivo sulla Disinformazione”: e intanto il principale quotidiano italiano insinua che certe categorie di cittadini non abbiano diritto di parola…
Che vi sia un attacco concentrico (e a vari livelli) contro la libertà d’espressione è ormai acclarato. L’ultimo esempio in tal senso proviene dagli Stati Uniti, ma trova un’inquietante corrispondenza nella stampa italiana. A ulteriore conferma di quanto fosse stato profetico lo scrittore britannico George Orwell nel suo capolavoro 1984.
The Big Brother is watching you
L’attacco concentrico alla libertà d’espressione
Qualche giorno fa, il conduttore Giovanni Floris ha rilasciato un’intervista al Corsera. Durante la quale gli è stato chiesto, tra l’altro, se sia «giusto dare voce in tv ieri ai No Vax, oggi ai Pro Putin».
Una domanda, va da sé, estremamente faziosa, proprio come fazioso è il modo in cui le suddette categorie vengono rappresentate dal cosiddetto “quarto potere”. Che, per esempio, ha incluso tra i no vax tutti coloro che esprimono perplessità, non solo irrazionali o paranoiche, sui vaccini anti-Covid. Proprio come adesso annovera tra i sostenitori del Presidente russo anche quanti osano criticare la linea para-interventista del Governo di Mario Draghi sulla guerra in Ucraina.
Bavaglio alla libertà d’espressione
L’aspetto più grave, però, è che il principale quotidiano del Belpaese insinui che ad alcune classi di cittadini vada negato, aprioristicamente, il diritto di parola. Il che peraltro non sorprende nemmeno più di tanto, considerando che i media mainstream sembrano avere una concezione piuttosto singolare della libertà d’espressione. Che ritengono possa essere messa in pericolo da Elon Musk ma non, per dire, dall’assurdo e anti-democratico banning del Presidente Usa in carica Donald Trump.
Verso il Miniver orwelliano?
Forse è per questa Weltanschauung che in Italia è passata completamente sotto silenzio la nuova fuga in avanti arrivata, guarda caso, proprio da oltreoceano. Dove il Dipartimento per la Sicurezza Interna (Department of Homeland Security), come riportaCBS News, sta creando un “Consiglio Direttivo sulla Disinformazione” (Disinformation Governance Board). Che, aggiunge l’Associated Press, avrà il compito precipuo di contrastare le fake news sulla Russia e sulla situazione (affatto buona) dei migranti al confine messicano.
Per essere chiari, un comitato dipendente da un ufficio equiparabile al Ministero dell’Interno deciderà cos’è vero e cos’è falso su un paio di temi vagamente scottanti. Un progetto che, come ha commentato la senatrice repubblicana Joni Ernst, ci porta un passo più vicini alla costituzione del “Ministero della Verità”, l’orwelliano Miniver.
A Disinformation Governance Board? Seriously? The Biden admin is quite literally taking a page out of 1984…
I won’t be answering to Nina Jankowicz or her “Ministry of Truth” for what I write, speak, or think. No other American should either! pic.twitter.com/rYKOKUfdqz
Su questo che è un pericolo reale, però, “ogne lingua devèn, tremando, muta”. Perché la propaganda del pensiero unico, per definizione, non può che essere “buona”, proprio come, parafrasando sempre Orwell, i bavaglipolitically correct sono più uguali degli altri. Sic!
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre.
Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
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