Padre e figlia giacciono a testa in giù nell’acqua del Rio Grande, la bambina è ancora attaccata al padre con la testa nella sua maglietta, un tentativo estremo da parte del genitore per evitare che si separassero. La foto è stata scattata lunedì dalla giornalista Julia Le Duc. Oscar Alberto Ramirez e sua figlia Valeria di appena 23 mesi originari di El Salvador, sarebbero morti domenica mentre tentavano di raggiungere gli Stati Uniti passando per il Messico.
Tania Vanessa Avalos, la madre della bambina, ha assistito a tutto: il padre con la figlia sulle spalle ha tentato per primo di attraversare il fiume, seguito dalla moglie, ma quando questa ha visto che il marito stava faticando nelle acque agitate è tornata indietro verso la riva messicana, da lì ha visto marito e figlia vicino alla riva americana affogare e essere trasportati via.
Domenica altri quattro corpi sono stati ritrovati nella valle del Rio Grande: due neonati, un bambino e una donna sopraffatti dal caldo ustionante.
Mentre martedì la foto circolava sui social, dagli Stati Uniti i democratici della camera si stavano muovendo verso l’approvazione dello stanziamento di 4.5 miliardi di dollari, destinati agli aiuti umanitari per indirizzare il problema dei migranti sui confini. Il deputato democratico del Texas, Joaquin Castro, visibilmente emozionato nel commentare la foto a Washington, ha espresso le sue speranze che la foto faccia la differenza tra i legislatori e il pubblico americano. “E’ la nostra versione della fotografia siriana, del bambino di tre anni morto sulla spiaggia” ha poi aggiunto.
Nel frattempo il massimo responsabile dell’agenzia federale che gestisce i campi al confine del Messico, John Sanders, ha dichiarato che presenterà le dimissioni, dopo che un gruppo di legali ha testimoniato le condizioni terribili in cui i bambini separati dalle famiglie illegali sono costretti a vivere: senza cibo adeguato, con scarsa assistenza medica e vestiario sporco. Il dipartimento di difesa nazionale ha infatti riportato alcune indecenti strutture sovraffollate, dove la luce veniva tenuta accesa 24 ore al giorno e in cui gli ospiti erano costretti a dormire sul pavimento.
