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La vendetta di Trump

Trump pensa di bloccare fondi federali contro quegli stati che in USA introdurranno nuove forme di voto elettorale per posta: per il Presidente infatti, quel sistema favorirebbe brogli. Twitter lo sconfessa apertamente. Facebook lo difende indirettamente. Trump pronto a reagire, decide che e’ tempo di vendicarsi…

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Di questi tempi ormai e’ piu’ facile ammalarsi di malanotizie, che di CoronaVirus.

L’uomo piu’ potente del mondo, quello che secondo il Washington Post avrebbe cosparso l’etere di migliaia di bugie dal giorno del suo primo insediamento… sino ad affermare in queste ultime settimane di tutto e di piu’ sul Covid, … come, dove fare i test, quando aspettare il vaccino, … dove trovare il ceppo del Corona… per poi essere piu’ o meno sempre smentito, oggi, quest’uomo si pone dinanzi al mondo della comunicazione come paladino contro l’impero dei social.

Twitter ha introdotto un modo per smascherare o quanto meno aiutare il lettore dei tweet a scoprire le baggianate che corrono online. E nella rete sarebbe finito proprio lui, Donald Trump reo di aver criticato la possibilita’ di votare per posta negli Stati Uniti, oggi che il virus costringe molti a restare a casa, col rischio che questa forma di voto causi o sia fondamento di palesi frodi elettorali.

Fatto ecatlante mai avvenuto prima nella storia americana moderna e con questo clamore: Trump e’ stato smentito immediatamente da Twitter, “infondate le tesi del Presidente sui possibili brogli col voto da casa”,  frasi sostenute da tesi e controtesi e non semplici opinioni pare. Il Presidente e’ andato su tutte le furie. Chi osa!

Trump sostiene che queste critiche nascono e fioriscono per far avanzare bugie e complotti contro gli elettori Conservatori.

Cronache dagli USA raccontano che il Presidente Repubblicano stia ultimando la sua vendetta, contro il popolo degli intellettuali democratici ma soprattutto preparando contromisure letali: un ordine esecutivo con cui verrebbe drasticamente ridotta quell’immunita’ con cui i social media farebbero il bello e il cattivo tempo avendo sempre la possibilita’ di difendersi da potenziali cause.

Nello scontro e’ finito anche il padrone di Facebook che ha affermato, in difesa di Trump: “Credo fortemente che Facebook (ogni social) non debba essere l’arbitro della verità”.

Senza piu’ timore ed ormai a briglia sciolte, ecco – formale, caustica la contro-reazione di Twitter non si e’ fatta attendere: Twitter “continuerà a segnalare informazioni errate o contestate sulle elezioni a livello globale, e ammetterà  tutti gli errori che commette”, non perché “un arbitro della verità”  – bacchettata a Zuckemberg – ma perché la sua missione è “collegare i punti delle dichiarazioni contrastanti e mostrare le informazioni controverse in modo che le persone possano giudicare da sole”.

Tira una brutta aria, il fuoco e’ appena partito, stringetevi dentro il comfort del vostro giubbetto antiproiettile, ma non crediate che tutto quello che leggerete d’ora in poi sia tutto vero!

Francesco Di Pisa è Dottore in Giurisprudenza con Master in Scienza delle Comunicazione. Libero professionista, dopo la Spagna, la Gran Bretagna, si occupa di politiche Marketing, consumo, comunicazione e scrive di politica, attualità e costume.

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