Benvenuti al Grande Fratello di Stato. Gentile omaggio del bi-Premier Giuseppe Conte, assieme agli altri due regali di Natale, il cashback (sempre di Stato) e il cellulare in comodato d’uso. Strumenti che permetteranno un tracciamento che non sarebbe mai stato possibile con Immuni – l’app anti-Covid di contact tracing criticata per le presunte questioni di privacy. A quanto pare, però, tutto ha un prezzo: e quello della libertà è pari a 150 euro.
Il cashback e il bonus smartphone
Gli antichi Romani solevano dire il popolo desidera unicamente panem et circenses, e il motto deve aver dato un’idea al Governo rosso-giallo. Il quale, conscio delle difficoltà economiche (inclusi i ristori che secondo Fipe Confcommercio «risultano inadeguati e insufficienti»), ha optato per le armi di distrazione di massa.
Così, dall’8 dicembre è partito il cosiddetto cashback (che vuol dire “rimborso”, ma perché usare la lingua di Dante quando ci sono gli anglicismi?). Un meccanismo che renderà a quanti effettueranno, entro il 31 dicembre, almeno 10 pagamenti elettronici fino a un massimo di 1.500 euro, il 10% della spesa. Si potranno quindi intascare, al massimo, 150 euro, e le stesse specifiche permarranno anche quando lo strumento sarà a regime, dal 1° gennaio 2021. La sola differenza è che a quel punto avrà cadenza semestrale, e si dovranno concludere almeno 50 operazioni cashless – cioè senza usare il contante.
Una particolarità è che gli acquisti, seppur in formato digitale, devono essere fatti nei negozi fisici. Un incentivo allo shopping in presenza che incredibilmente ha scatenato le reazioni pavloviane di Ministri (come quello degli Affari regionali Francesco Boccia) che lamentavano assembramenti. Anche se era stato lo stesso esecutivo, benché in maniera preterintenzionale, a favorirli.
Schizofrenia governativa a parte, l’iniziativa fa parte del Piano Italia Cashless, che dovrebbe «favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente». Lo stesso principio alla base dello smartphone gratis per un anno – però per un singolo componente di nuclei familiari con Isee inferiore ai 20mila euro l’anno.
Lo hanno chiamato “kit digitalizzazione”. Di fatto, è un ulteriore passo verso il Grande Fratello di Stato.
Il Grande Fratello di Stato
In entrambi i casi sopracitati, il nodo (nonché il massimo comun divisore) è l’app Io. Lo strumento della Pubblica Amministrazione necessario per usufruire del cashback e che verrà installato di default nei telefoni statali, assieme all’abbonamento a due giornali – immaginiamo quali.
Di quest’ultimo cadeaux potrebbe comunque usufruire l’ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Che, risultata positiva al Covid-19, aveva candidamente confessato di non essere riuscita a scaricare Immuni perché «ho avuto un problema con il cellulare», poverina.
Non dev’essere stata l’unica, considerando che in sei mesi i download dell’app creata per contrastare la diffusione del coronavirus sono stati meno di 10 milioni. Cifra che la collega Io ha praticamente eguagliato in pochi giorni – un fatto che ha suscitato l’amara ironia di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE.
A dispetto delle leggende metropolitane, infatti, Immuni non conserva né comunica dati sulla geolocalizzazione, e associa i telefoni a codici anonimi. Laddove Io richiede dati sensibili come l’Iban, e traccia per definizione qualsiasi spesa. Anche attraverso lo Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che è obbligatorio fornire al momento dell’iscrizione sul sito dell’applicazione.
In fondo, comunque, l’atteggiamento di Giuseppi non è troppo diverso da quello attribuito alla Regina francese Maria Antonietta. Di cui si favoleggia che, durante una rivolta, avrebbe liquidato il volgo affamato dicendo: «S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche». Oggi, mentre il pane continua a scarseggiare, al posto delle brioches ci sono il cashback e il bonus smartphone.
Tracciati e contenti, dunque, come nemmeno nelle più fosche previsioni di stampo orwelliano. Dopotutto, 1984 è già tra noi. È il Grande Fratello di Stato, bellezza.
More Stories
Nasce l’Associazione “Uniti per Rovigo – Capitale del Polesine”: un nuovo impegno per il futuro del territorio
Ius Scholae, Tajani al Meeting di Rimini: “Preferisco chi non ha origine italiana ma canta l’inno di Mameli”
La sesta Provincia del Lazio e il pasticciaccio delle province italiane