Il rapporto tra fase 2 e movida era certamente uno dei timori principali espressi alla vigilia della riapertura. Non a caso, da più parti erano stati lanciati appelli alla responsabilità in vista della fine di un lockdown durissimo sotto svariati punti di vista. Appelli che, però, qualcuno ha pensato male di lasciar cadere nel vuoto.
Fase 2 e movida, le immagini shock
In Italia «i dati epidemiologici sono incoraggianti: confermano che i nostri sforzi e i sacrifici collettivi hanno dato i loro frutti». Così il bi-Premier Giuseppe Conte, intervenendo alla sessione di chiusura della 73sima assemblea annuale dell’Oms. Ora, ha aggiunto l’ex Avvocato del popolo, «stiamo entrando nella fase 2 con cauto ottimismo e senso di responsabilità».
Parole che, tuttavia, stridono fortemente con le immagini shock arrivate da diverse città italiane. Che hanno dimostrato come il mix tra fase 2 e movida fosse davvero un rischio concreto.
In principio era stata la sfuriata del sindaco di Milano Beppe Sala che, allibito per la folla riversatasi sui Navigli, aveva minacciato di richiuderli. «Non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina mettano in discussione tutto» aveva tuonato, ancora in “fase 1 e mezzo”, l’esponente del centrosinistra.
Un altro primo cittadino della stessa area politica, il palermitano Leoluca Orlando, ha analogamente alzato la voce per gli assembramenti allo storico mercato della Vucciria.
«Mi auguro di non essere costretto a chiudere alcune zone della città, dipende dal comportamento di tutti. Bisogna finirla di fare passeggiate inutili», l’avvertimento del Sinnacollanno – come viene soprannominato nel capoluogo siciliano.
Fase 2 e movida, folla e follia
L’indignazione, però, è bipartisan, perché i locali sono gremiti anche in aree amministrate dal centro-destra.
«Noi abbiamo dato la possibilità di riaprire bar e ristoranti, a condizione che si rispettino certe regole» ha puntualizzato il Governatore lombardo Attilio Fontana. Tuttavia, le concessioni sono risultate in «troppi apericena, troppi bar sommersi di persone e questo non va assolutamente bene. È chiaro che, se la cosa dovesse continuare, saremo costretti a chiudere quelle attività».
Lo stesso è avvenuto in Veneto, dove fin troppi hanno scambiato l’allentamento delle restrizioni per l’auspicato e insieme paventato “liberi tutti”.
«Ci sono arrivate un sacco di foto e di filmati dei centri città con movide a cielo aperto. Se qualcuno pensa che è finito tutto, è sulla strada sbagliata» ha attaccato il Presidente Luca Zaia, invocando rispetto per i 1.820 morti della Regione. «Se tra dieci giorni ci sarà una recrudescenza e un aumento delle infezioni, si tornerà a chiudere bar, ristoranti, spiagge, e industrie».
Al bastone, comunque, l’esponente della Lega ha affiancato la carota. «Faccio appello ai giovani: nessuno vi vieta lo spritz, ma evitate gli assembramenti e usate la mascherina». E ancora: «Da qui al 2 giugno non dico di non andare al bar, ma di farlo con attenzione».
D’altronde, da “folla” a “follia” il passo è davvero breve.
Libertà condizionata
«La mia libertà finisce dove comincia la vostra» affermava Martin Luther King. In tal senso, essa non è mai assoluta, ma sempre condizionata.
Per questo è ancora più scriteriato il comportamento di quanti, violando le regole sanitarie, mettono a rischio non solo se stessi, ma anche gli altri. Nel caso peggiore, perché chiunque potrebbe fungere da veicolo di contagio – e nessuno è immune dal Covid-19. Nell’eventualità meno grave, perché se la curva dei positivi si dovesse nuovamente impennare ripartirebbe l’isolamento. Per tutti. E così, qualche breve attimo di incoscienza di pochi vanificherebbe i sacrifici di tanti.
Per carità, è comprensibilissimo che, dopo due mesi di clausura, la gente abbia voglia e desiderio di tornare a vivere. Ma sempre con le dovute precauzioni, perché il coronavirus può sempre rialzare la testa. A maggior ragione se si moltiplicano atteggiamenti che, nei giorni scorsi, il Governatore campano Vincenzo De Luca ha ripetutamente definito da «imbecilli».
D’altra parte, un genio come Albert Einstein sosteneva che «solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana». E aggiungeva, peraltro a ragione: «sull’universo però non sono del tutto sicuro».
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