Energia, lo “scatto” tedesco (da cui dovremmo prendere esempio)
Berlino vara un bazooka da 200 miliardi contro i rincari di elettricità e gas: invece Draghi e Meloni continuano a confidare nell’Europa, che però delude ancora le aspettative
La Germania ha annunciato un “bazooka” da 200 miliardi per proteggere famiglie e imprese dai rincari dell’energia. Una mossa a sorpresa che è stata fortemente criticata dalle istituzioni italiane, che continuano piuttosto ad auspicare un comune euro-intervento. Ma che invece, alla luce della persistente inazione di Bruxelles, farebbero meglio a prendere esempio dal Governo tedesco.
Rincari delle tariffe
Il piano tedesco sull’energia
Uno «scudo difensivo contro la guerra energetica» del valore di circa 200 miliardi che resterà attivo fino a marzo-aprile 2024. È la misura presentata, come riferisce il Corsera, dal Ministro delle Finanze teutonico Christian Lindner per sterilizzare gli effetti del caro bollette.
Il pacchetto, precisaIl Sole 24 Ore, comprende un taglio di 12 punti percentuali dell’Iva sul gas e prelievi sugli extra-profitti dei produttori di elettricità. Inoltre, il fondo dovrebbe incentivare il risparmio di energia premiando chi consuma meno – ma su questo particolare aspetto si attendono ulteriori dettagli.
Il piano di Berlino segue il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream che, come ha sottolineato il cancelliere Olaf Scholz, bloccherà «l’approvvigionamento di gas alla Germania». Di fatto equivale a un price cap nazionale, e proprio per questo è stato stigmatizzato dai partner europei. Partendo proprio dal Belpaese, che da almeno un anno chiede (invano) un analogo provvedimento – però a livello comunitario.
Illusi d’Italia
«Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali» è stata la frecciata del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Che ha esortato a «tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza».
Ha rincarato la dose, come riporta l’Adnkronos, anche il Premier in pectoreGiorgia Meloni. La quale ha affermato in una nota che «di fronte alla sfida epocale della crisi energetica serve una risposta immediata a livello europeo».
Auspicio legittimo, che però si scontra – as usual – con la dura realtà. Che è quella di un’euroburocrazia che quanto a lentezza se la gioca con gli Ent de “IlSignore degli Anelli”. Basti pensare al Consiglio Uesull’Energia che si è riunito in via straordinaria ieri, 30 settembre, “appena” 7 mesi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Per di più senza nemmeno trovare un’intesa, se non – as usual – su provvedimenti utili come un cerotto su un’emorragia.
⚡️ #TTE Energy | DEAL!👏 Ministers reached a political agreement on measures to mitigate high electricity prices: mandatory electricity demand reduction, cap on market revenues from inframarginal electricity producers and solidarity contribution from fossil fuels producers. pic.twitter.com/BLU4fxWNWj
Tanto per dire che forse, anziché deplorare la «fuga in avanti» della Germania, bisognerebbe imitarla per quanto possibile. Perché, come dicevano gli antichi Romani, dum herba crescit equus moritur. E da Fratelli d’Italia a illusi d’Italia è un attimo.
Mirko Ciminiello è nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) alla Sapienza, in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a Roma Tre.
Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione Pro Vita e Famiglia ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.
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