“Da Vittorio” ha aperto a Portuense. L’antica osteria romana attiva dal 1988 nel cuore Trasteverino di Roma, a due passi da Santa Maria, San Cosimato e San Callisto, ha inaugurato una seconda sede nella Capitale in zona Portuense, via Giuseppe Lunati 25. Il ristorante ha organizzato un evento di apertura appositamente dedicato agli influencer e alla stampa, in collaborazione con Italy Food Porn, azienda verticalizzata nel food, leader in Italia nell’Influencer marketing. Il 15 maggio dalle ore 19.30, gli ospiti del locale hanno avuto modo di degustare tutte le proposte del nuovo menu. Questo si contraddistingue per piatti della tradizione, che strizzano l’occhio all’innovazione e disponibili anche in versione Gluten Free. La trattoria, infatti, è fornita di un’apposita cucina per il senza glutine e di forno a legna per la preparazione dell’autentica pizza romana bassa e scrocchiarella.
“Da Vittorio a Trastevere è un punto di riferimento del Rione XIII e lo testimonia la clientela che giornalmente popola il nostro locale in Via di San Cosimato 14”, ha commentato Marco DeAngelis, proprietario del locale. “Il motivo di questa seconda apertura risiede nella volontà di rispondere all’ampia domanda di coloro che vogliono provare la nostra cucina e nel piacere di avere una location in grado di ospitare comodamente un numero maggiore di avventori, con la possibilità di mangiare sia all’aperto, in un giardino privato e riservato che in un giardino d’inverno nelle stagioni più fredde”, ha aggiunto.
Quali sono i punti di forza e le criticità di gestire un’attività al centro di Roma?
“Il punto di forza è sicuramente il flusso costante di clientela che il centro storico di Roma garantisce. Al contrario, la difficoltà è mantenere un livello qualitativo alto. E, a quanto pare ci siamo riusciti!”. Tra le aspettative di questa nuova apertura per Marco c’è sicuramente il vivere “un’esperienza di quartiere”. “Ci aspettiamo di riuscire a fidelizzare i clienti di zona, anche proponendo cucine diverse come quella senza glutine. Ci rendiamo conto della reale esigenza di un sempre crescente numero di persone, di mangiare senza glutine. E, dato che il ristorante è prima di tutto un luogo di compartecipazione e socializzazione, vorremmo permettere loro di condividere “una bella magnata co’ gli amici”, ha sottolineato.
Da Vittorio, infatti, è uno dei pochi ristoranti a Roma ad avere una cucina completamente separata, dove lavora un cuoco dedicato unicamente alla preparazione di tutte le pietanze gluten free, per ridurre a zero il rischio di contaminazione degli alimenti e poter così offrire un menù identico a quello tradizionale. Per Marco i punti di forza del nuovo menu sono e saranno sempre le materie prime. “Se dobbiamo andare nello specifico, la nostra Coda alla Vaccinara andrebbe insegnata nelle migliori scuole di cucina d’Italia. Altra chicca, le bucce di patate fritte servite con pecorino: una squisitezza! Una menzione la merita anche la nostra carta dei vini, rappresentativa di tutto il territorio nazionale ed in particolare della nostra regione”.
Vittorio a Trastevere è ormai un’istituzione, ma il successo è arrivato col tempo, con la costanza e con l’impegno quotidiano. Italy Food Porn ha contribuito alla crescita del locale: “è stato un compagno di viaggio che ci ha aiutato a farci conoscere nella vetrina social”, ha aggiunto Marco. “Per Vittorio a Trastevere abbiamo curato le campagne di influencer marketing. Il lavoro è stato in alcuni periodi più massivo, in altri marginale. Ma ci ha premiato la continuità. Come dico sempre, il compito di Italy Food Porn è fare da megafono. Le attività che sono buone e di qualità crescono molto più velocemente”, ha aggiunto Matteo Di Cola imprenditore digitale e co-fondatore di Italy food Porn.
L’obiettivo per DeAngelis è ben chiaro: “portare la sede di Portuense al livello di quella di Trastevere e diventare un punto di riferimento della cucina senza glutine per il quartiere”. “Credo che la potenza più grande di Vittorio a Trastevere sia il continuo cambio di menu, che segue la stagionalità degli ingredienti. La qualità della materia prima lo premia e lo differenzia”, ha concluso Di Cola.
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