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4 anni fail
Dopo la personale esperienza dell’incontro tenutosi presso la camera dei deputati sulla crisi d’azienda, la mia anima di curioso, e di chi non si ferma a un singolo avvenimento, vuole approfondire e trasmettere ai propri lettori la propria conoscenza alla ricerca della verità.
E proprio per questo motivo che cerco di capire quali sono gli attori che quotidianamente si “avventurano” fra legislatori, aziende, professionisti nuotando in un mare magum fatto di complicati sistemi burocratici e legislativi, ed essenzialmente di numeri che non tornano per il nostro ormai povero sistema economico.
Ed è così che avvicino, intervistandolo, il Segretario Generale nazionale della CONFEPI, la confederazione di categoria, il dott. FRANCESCO SPENA BARRETTA anche perché mi aveva incuriosito molto il suo intervento, e per la sua conoscenza del territorio delle problematiche degli imprenditori e dei professionisti che sono accanto agli stessi.
Lo stesso, precisa subito che la CONF.E.P.I. Confederazione Europea professionisti e imprese, si propone di rappresentare i professionisti e le imprese nei confronti delle istituzioni Pubbliche e Private, e, oltre ad offrire la rappresentanza sindacale ai propri associati, si crea una vera è propria rete tra gli aderenti che consente di condividere informazioni, dati ed esperienze, mettendo in comune le conoscenze e le informazioni a disposizione di ciascuno, migliorando così l’efficacia e l’efficienza delle proprie attività e la competitività sul mercato.
Partendo dai servizi classici, risponde il dott. Franceso Spena Barretta, come il CAF (Centri di Assistenza Fiscale) la Confepi è anche ente bilaterale ed Organismo paritetico promuovendo e intervenendo sulla formazione professionale sia di apprendistato che continua e specialistica come, ad esempio, la sicurezza sul lavoro. Tutti i servizi di supporto che vanno dalla consulenza professionale alla tutela legale, all’ accesso a finanziamenti e/o ad altre forme di agevolazione in materia finanziaria rese disponibili da norme nazionali ovvero finanziamenti comunitari.
Poi essendo la CONFEPI, continua il Segretario, una confederazione che mette insieme aziende e professionisti, e non lo fa certamente a caso, ma dalla problematiche relative alla certificazione aziendale e di prodotto ai modelli di organizzazione, gestione e controllo (ex d.lgs.231/2001) condivide i propri professionisti associati con le aziende attraverso una regia, da parte della confederazione, che razionalizza e ottimizza i contatti a seconda delle esigenze aziendali e relative competenze professionali dei consulenti.
E a questa mia domanda noto che gli occhi del segretario nazionale si illuminano preannunciandomi che mi sta per comunicare qualcosa di davvero rilevante e importante.
Infatti, mi dice che di singoli professionisti che hanno sposato le idee della Confepi sono tanti ma la vera forza a cui tiene in particolare è associare e incentivare fra gli stessi le associazioni fra professionisti con il cappello della Confepi che ne diventa vero e proprio garante rientrando nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico delle associazioni delle professioni non organizzate in ordini e collegi, che potrà rilasciare da parte della Confepi l’attestato di qualità del professionista aderente all’associazione , secondo le previsioni della legge 4/2013.
Un’Associazione è una comunità di professionisti auto-organizzata (non è un Ordine Professionale costituito dallo Stato) che vuole rompere la tradizionale solitudine ed il forte individualismo che spesso caratterizza il consulente (di management e/o d’impresa o di prodotto/servizio). I professionisti solitari che considerano inutile e superfluo conoscere e intervenire sulle dinamiche specifiche del settore di riferimento e sulle dinamiche macroeconomiche che caratterizzano la vita delle imprese e delle organizzazioni “clienti” e preferiscono restare concentrati sul proprio fare, sui propri clienti, sul proprio fatturato hanno una visione miope, limitata e rischiosa nel medio/lungo periodo.
Mentre, ribadisce con impeto il Segretario Generale, l’associazione aiuta i professionisti che fanno parte della comunità attraverso l’apprendimento e la formazione permanente, l’influenza e la rappresentanza sociale, il networking, il collegamento internazionale, lo studio e la riflessione costante sulla professione e sulla sua evoluzione.
Una comunità infatti, si alimenta delle relazioni, delle informazioni, delle competenze, della capacità/reattività al cambiamento dei propri associati.
Far parte di una comunità significa potersi sperimentare e confrontare quotidianamente, all’interno di un’efficace rete/sistema professionale (“di protezione”, senza essere corporativo), sulle proprie competenze, sui nuovi contenuti/strumenti della professione, sui propri skill relazionali, sulle modalità di erogazione della consulenza.
Le aziende , sono oggi più competenti, più informati, più esigenti. Per vincere la sfida posta da clienti sempre più attenti e in modo quasi maniacale, al valore aggiunto realmente creato (risultati tangibili; misurazione e valutazione dei risultati), i consulenti devono “crescere”, sviluppare la propria rete, migliorare l’offerta, fare marketing per sviluppare la cultura della comunicazione e della relazione, nelle organizzazioni e nella società.
La Confepi con le associazioni aderenti hanno lo scopo di non lasciare soli i professionisti ad affrontare un mercato sempre più competitivo ed esigente, ma si impegna ed opera:
per la crescita professionale dei suoi associati attraverso continui processi di formazione;
per favorire lo scambio di esperienze;
per promuovere un confronto costante con le tendenze/esigenze del mercato;
per la costruzione di comunità professionale, omogenea e coesa;
per aiutare i soci a rapportarsi in modo sempre più qualificato con il mercato.
Due associazioni nel sociale aderiscono alla nostra confederazione, con orgoglio precisa il dott. Francesco Spena Barretta, la prima “CAD” Centri di Ascolto e Prevenzione del Disagio di respiro internazionale sono libere associazioni di cittadini tesi a favorire lo sviluppo sociale della collettività e del territorio in cui operano, mettendo a disposizione le proprie abilità e competenze professionali al fine di prevenire e/o superare le condizioni di disagio culturale, economico politico, religioso, sociale, a vantaggio alle esigenze degli individui, delle famiglie, delle imprese e delle categorie più svantaggiate che necessitano di inclusione sociale.
La seconda associazione “FIABA” é un’organizzazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo quello di promuovere l’eliminazione di tutte le barriere fisiche, culturali, psicologiche e sensoriali per la diffusione della cultura delle pari opportunità e promuovere presso le istituzioni pubbliche e private e nell’opinione pubblica l’idea della Total Quality, la qualità totale che, se applicata all’intera società, permette di arrivare ad una vivibilità dell’ambiente ottimale per tutti. Nel 2008, con un provvedimento del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, l’attività di FIABA viene riconosciuta di “evidente funzione sociale”
Infine, il Segretario Generale, ci tiene a dire che tutti i soggetti azienda e consulenti, rimangono soggetti indipendenti ma insieme hanno più forza per affrontare mercati, situazioni legislative complicate e qualsiasi avversità presente e futura voglia presentarsi. Tante anime. Una sola sigla!
Personalmente non posso fare altro che complimentarmi con chi mette a disposizione le proprie competenze per il miglioramento di chi vuole aderire e di chi, soprattutto, azienda o libero professionista ha capito che guardare al proprio futuro significa aggregarsi, fare corpo unico, perché rimanere da solo significa non essere rappresentati e oggi chi non è rappresentato non ha voce per poter far valere i propri diritti!
Economista, manager di aziende di importanza nazionale ed europee, da circa 25 anni è consulente di direzione e organizzazione aziendale e si occupa di contratti di rete aziendali. Da circa 10 anni si interessa di start up e consulenza globale per le aziende nel campo del food, in particolare della ristorazione. Ha frequentato prestigiosi corsi di cucina. Assaggiatore di formaggi ONAF. E' esperto di materie prime e scrive da 5 anni articoli di enogastronomia.