Papa Benedetto XVI ha chiesto scusa alle vittime di abusi da parte di pedofili preti in seguito al rapporto relativo all’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Non è certo la prima volta, visto che, per esempio, lo aveva già fatto nel 2010 mediante una lettera pastorale indirizzata ai cattolici dell’Irlanda.
Non si capisce dunque dove starebbe esattamente la notizia, perlomeno a voler seguire i voli pindarici dei media mainstream. I quali, come spiega il collega Andrea Cionci su Libero, hanno “dimenticato” che Papa Ratzinger è il Pontefice che ha maggiormente combattuto gli abusi nella Chiesa. Preferendo piuttosto, come riflette il sociologo Giuliano Guzzo, accostare vigliaccamente la sua richiesta di perdono a una svista nel memoriale di difesa approntato dai suoi legali. Una vicenda oltretutto già abbondantemente chiarita da anni, come noi stessi spiegavamo all’indomani della presentazione del vergognoso dossier teutonico.
La macchina del fango contro Benedetto XVI
La macchina del fango contro Benedetto XVI però non si ferma, come ha confermato anche il Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor Georg Gänswein. Il quale, come riferisce TGCom24, ha tuonato contro «una corrente» che vuole distruggere «la persona e l’operato» di Sua Santità attraverso attacchi ignobili e pretestuosi.
E viene da chiedersi: cui prodest? E perché proprio ora? Non ci sarà mica un collegamento, come già sosteneva RomaIT, con la Magna Quaestio relativa alle non-dimissioni di Papa Benedetto? Ovvero alla possibilità concreta che Joseph Ratzinger resti tuttora il Pontefice regnante, avendo attestato con la celeberrima Declaratio solamente la (Santa) Sede impedita?
A questo punto, tutto può essere. Però si sa già (e con assoluta certezza) che, parafrasando un noto proverbio arabo, gli agnelli rimangono agnelli e i lupi rimangono lupi.
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