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Attenzione! Il Joker si aggira tra di noi!

Esce nelle sale The Joker, il film di Todd Phillips, con uno straordinario Joaquin Phoenix, e Robert De Niro. Perderlo sarebbe una follia.

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A duemila anni dai fasti della Roma Imperiale del Gladiatore di Ridley Scott, Joaquin Phoeniz si ripete – maestosamente – questa volta tessendo le fila del suo ultimo film The Joker, nel vortice del dramma della psiche umana sofferente, malata ed emarginata nelle sue tinte più fosche e violente.

Joaquin Phoenix è un attore eccellente, schivo, scheggia impazzita nel panorama commerciale usa e getta di Hollywood. Raccontano che due giorni dopo il suo trionfo al Festival di Venezia sia volato a Toronto in occasione di un gala in suo onore al Toronto Film Festival. Giunto nella città canadese, Joaquin Phoenix pare abbia deciso di lasciare da parte flash dei fotografi e red carpet per andare a sfilare nella metropolitana.

Tra la gente comune.

Professionista straordinario, predisposizione al genio teatrale, Joaquin Phoenix riesce a rappresentare l’alienazione umana moderna con la maschera di un patetico clown, accendendo e divincolandosi nella prorompente follia del personaggio di Arthur Fleck. Una realtà sconvolgente oltre i buchi neri dell’umanità, là dove molti si perderebbero, prima ancora di partire per un viaggio tanto complesso quanto praticamente interminabile.

Da Commodo (l’avido, lussurioso figlio di Marco Aurelio che Joaquin Phoenix interpreta ne Il Gladiatore sfidando l’epico Generale romano Maximus Meridius alias Russell Crowe) ad Arthur Fleck, il passo è breve. Il clown patetico e sofferente creato dal regista Tod Phillips, è un commediante fallito che vive e si prende cura della vecchia e malata madre in un dormitorio incavato nella suducia periferia abbandonata di Gotham City (riconosciamo una tetra e violenta New York) in cui Arthur fatica disperatamente a trovare non solo un lavoro da clown ma pure uno psichiatra del servizio pubblico che gli prescriva psicofarmaci di cui ha bisogno. Il suo destino si compierà quando la società di Gotham City, dove scorrono carrozze di metro imbrattate come fiumi di egoismo e di intolleranza, rifiuterà di accettarlo, ponendolo agli estremi confini del mondo.

Alla gente di questa città non frega un cazzo di quelli come te, Arthur.”

Il giudizio della psichiatra durante il loro ultimo incontro, i fondi sociali per i malati di mente saranno definitivamente tagliati, è per Arthur Fleck, una pietra tombale che segna lo spartiacque definitivo tra speranza e distruzione.

L’immenso dolore per esser stato considerato inadatto al trono di Imperatore dal padre Marco Aurelio nel Gladiatore, come l’angoscia per il giudizio di una società che nel The Joker lo definisce guasto o inadatto a vivere – sono gli effetti di un identico sentimento che condividiamo con Joquin Phoenix, e da cui sfocerà inevitabilmente l’orrore della morte. Ed è proprio in quei corridoi da cui provengono i rifiuti della vita, dalla schizofrenia dell’abbandono, che le anime più sensibili o deboli o talvolta malate chiudono il cerchio.

The Joker è un film forte, un cazzotto allo stomaco, essenziale, cupo, introspettivo, doloroso, a tratti pesante come un macigno che ci è precipitato addosso e da cui è impossibile divincolarsi. Insormontabile e incredibilmente attuale. Non è un film per tutti, ma solo per chi cerca di scoprire il senso della vita oltre le apparenze di concetti vuoti e trasparenti che ci propinano ogni giorno.

Da ogni angolo si voglia scrutarne la sostanza, per il personaggio si prova pena, pietà e dolore, al di là della brutalità efferata, sanguinosa a cui Arthur approda quando pregiudizio ed emarginazione avranno la meglio su di lui, creando finalmente ed in tutta la sua straordinarierà – la follia assassina del The Joker.

Nelle ultime scene del film non aspettatevi che appaia il mantello di Batman, non scivolerà dal cielo nessun supereroe a salvare l’umanità dal precipizio in cui si è cacciata rinnegando ogni singolo valore o principio umano.

Quando The Joker si trasfigura inevitabilmente nell’immagine del Male assoluto, quando i manifestanti col volto coperto da maschere da clown si approprieranno di Gotham City, tra sommosse e rivolte per scontrarsi contro l’avidità e l’incapacità della politica e di un regime di egoismo globale che abbiamo tutti contribuito a creare, potrete solo immaginare cos’altro ci aspetta, se non saremo in grado di invertire la rotta: quando persino un mite, pacifico, indifeso povero clown viene deriso, trascurato e infine calpestato da una società che non sa più nemmeno ascoltare, o provare a capire, il danno è ormai compiuto. Negli Stati Uniti il film è stato marchiato a fuoco perchè nel messaggio di violenza, potrebbe scatenare proteste e fomentare ulteriori violenze in un Paese già flagellato da sparatorie e continui massacri di massa. Ma è come dire che parlare di uno stupro, metterne a nudo l’orrore, fomenti altri violenze.

Queste sono occasioni rare, non perdetevi The Joker, buona visione e buona fortuna a tutti perchè ne avremo bisogno. Se non riusciremo ad accettare le debolezze di ogni altro Arthur Fleck, che quelle poi sono le nostre ricchezze, occhio, The Joker si aggira dietro l’angolo, col suo ghigno velenoso e l’eco maledetta della sua risata, tra i rifiuti e le mura delle nostre città…

Francesco Di Pisa è Dottore in Giurisprudenza con Master in Scienza delle Comunicazione. Libero professionista, dopo la Spagna, la Gran Bretagna, si occupa di politiche Marketing, consumo, comunicazione e scrive di politica, attualità e costume.

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