La compagnia produttrice di etichette My Nametags ha di recente condotto un’indagine sui genitori italiani: cosa permetterebbero a seconda dell’età dei propri figli?
I genitori italiani hanno le idee molto chiare su quali siano i traguardi da raggiungere ad una determinata età: a 7 anni lavarsi i denti da soli, ad 8 andare in bicicletta e sapersi allacciare le scarpe, fare la doccia senza aiuto a 9, apparecchiare la tavola a 10. Dagli 11 anni, inizio dell’adolescenza, l’autonomia esce dalle mura di casa e infatti i genitori permetterebbero a questa età di restare a dormire a casa di amici , a 12 anni di navigare da soli in internet, a 13 andare a scuola da soli, a 14 possedere le chiavi di casa, a 15 andare al cinema con gli amici, a 16 uscire la sera e a 17 far dormire il fidanzato o la fidanzata a casa.
Una delle decisioni importanti riguardo l’educazione dei propri figli che un genitore è chiamato a fare, è quella di stabilire il rapporto con le tecnologie e i social network. Tutto inizia ancora una volta dagli 11 anni quando viene concessa la televisione in camera, a 12 è la volta del computer e a 14 si può possedere un proprio smartphone. Whatsapp è permesso dai 14 anni, mentre per i social network non prima dei 16 ( c’è però da dire che il 27 percento concederebbe il telefono anche dai 9 anni).
Nonostante i buoni propositi dei genitori italiani, l’ospedale pediatrico Bambin Gesù ci informa invece che Il 98% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone personale a partire dai 10 anni d’età, mentre oltre 3 adolescenti su 10 hanno avuto modo di utilizzarlo direttamente addirittura prima dei 2 anni.
I medici sconsigliano di regalare un cellulare ai bambini che hanno meno di 12 anni di età, ma quali sono i rischi? L’uso precoce dello smartphone può indurre la riduzione del movimento con aumento del rischio di obesità, la privazione del sonni con difficoltà di apprendimento irritabilità ed effetti negativi sull’attenzione, il maggior rischio di disturbi psicopatologici come depressione infantile e ansia oltre all’ aumento dell’impulsività e diminuzione della capacità di autocontrollo.
E’ vero, io stessa ho infatti ottenuto il mio primo cellulare tra i 10 e gli 11 anni, ma gli smartphone di allora avevano un accesso ad internet limitatissimo, non esistevano neanche le varie app come le concepiamo noi adesso, i giga erano inesistenti nel piano tariffario con una compagnia telefonica. Mi era stato concesso perché iniziavo ad uscire da sola con i miei amici vicino casa, era utile e sicuro per far sapere alla famiglia dove si era e se tutto procedeva bene, non vi era altro uso se non gli sms, le chiamate, la fotocamera e forse qualche gioco. Ora però concedere uno smartphone significa automaticamente aprirsi al mondo dei social e soprattutto rischiare che il bambino sviluppi ogni sua forma di intrattenimento li, restando incollato per ore a vedere video o a giocare a videogiochi, senza ingegnarsi autonomamente nel creare passatempi fantasiosi.